CAPPELLA MAGGIORE - Se il giornale inglese Guardian attacca il prosecco mettendo in campo il rapporto causa effetto tra bollicine e carie, il Veneto risponde con la storia di...
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LA PASSIONE«Ho sempre avuto la passione per la biologia, la natura e gli animali. Quando ero ragazzo mio padre avrebbe voluto acquistare in campagna. Fu mia madre a trattenerlo: temeva diventasse troppo bucolico. Ma appena ho avuto la possibilità ho scelto di coltivare questa passione. Partendo da zero». Alessandro ha fatto da subito una scelta di campo molto netta: coltivare e vendemmiare boschera. «E' il motivo per cui ho iniziato questa attività. Sui colli di Vittorio Veneto si piantava questo uvaggio: un vino non facile perchè di solito matura quindici giorni dopo il prosecco. Un tempo, dai grappoli di quest'uva, che poteva anche non arrivare a maturazione a causa del freddo autunnale, si traeva il Torchiato di Fregona. Oggi, con il riscaldamento generale, il boschera può esprimere interamente le sue potenzialità. E io volevo valorizzarle». La prima vendemmia nel 2015 e nel 2017 la certificazione bio: oggi la produzione del boschera è intorno alle 4000 bottiglie. «Quando ho scelto di dedicarmi alla viticoltura l'ho fatto perchè ero profondamente insoddisfatto dell'aperitivo del bar. E poi avevo alcune cose chiare in testa: si beve tanta porcheria da un punto di vista sanitario, anzitutto partiamo dalla salubrità del prodotto. La scelta obbligata è stata il biologico. Poi la vitificazione: abbiamo scelto il rifermentato in bottiglia. Era il vino della domenica dei nostri nonni».
IL PINOTOltre al boschera, sui colli Winkler sono stati piantati il verdiso, il prosecco e il pinot nero. «Desideravo un rosso, ma chiaramente l'idea è stata di optare per un vitigno che si presti anche per il taglio dei bianchi e fosse in sintonia con il terreno». E' nato il pinot nero rifermentato in bottiglia. «Un vino di cui sono molto soddisfatto» conferma Alessandro che si occupa dei suoi vini anche a livello distributivo. «Si, sono un po' one man show, ma considero queste bottiglie la mia creatura e preferisco gestirle io». Così non è raro vederlo con i cantoni sotto il braccio alle fiere naturali. E così lo si vedrà a Inconfondibile, la rassegna dedicata al vino rifermentato in bottiglia, domenica a villa Braida.
Elena Filini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino