False fatture, commercialista arrestata: è accusata di associazione a delinquere

PADOVA Sono finiti nei guai per associazione a delinquere. Emettevano fatture false, truffavano e producevano false dichiarazioni fiscali. Sono 17 le misure cautelari eseguite...

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PADOVA Sono finiti nei guai per associazione a delinquere. Emettevano fatture false, truffavano e producevano false dichiarazioni fiscali. Sono 17 le misure cautelari eseguite dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Vicenza nell'indagine coordinata dalla Procura berica. Agli arresti domiciliari anche la commercialista padovana Nicoletta Gallo, quarantenne, nata a Camposampiero e residente ad Albignasego in via Tito Livio, che secondo gli inquirenti avrebbe agito da consulente del vertice dell'organizzazione. Il giro di operazioni avrebbe consentito anche di ottenere finanziamenti erogati per l'emergenza Covid-19. Il Gip del Tribunale ha disposto un sequestro preventivo per un totale di 2,5 milioni di euro.


Stando alle indagini, al vertice dell'organizzazione c'erano Mirko Ghitti, 38 anni, bresciano residente nel Vicentino, e Chiara Andrighetto, 53 anni, vicentina, con base a Torri di Quartesolo, che sono finiti in carcere e che avevano costituito una serie di società parte delle quali emettevano fatture per operazioni inesistenti, altre, con sede in Lombardia, venivano usate per ottenere detrazioni di imposta e altre ancora avevano il ruolo di bare fiscali: accumulavano debiti con l'erario fino alla liquidazione o al fallimento. Ordinanze di custodia cautelare in carcere anche per Enrico Ghitti, Vincenzo Liuzza, Luigi Picinelli, Luca Lamberti, Alberto Andrighetto, Alessandro Bertocchi ed Emanuele Canzoniere, tutti vicentini o bresciani. Oltre a Nicoletta Gallo, è finita ai domiciliari Mariangela Machina, mentre c'è l'obbligo di firma e di dimora nel comune di residenza per Roberto Tenca, Giorgio Bertelli, Enzo Guidetti, Sergio Gallon, Angiolino Piceni e Massimiliano di Pilato, anche loro residenti tra il Bresciano e il Vicentino.
Nell'operazione denominata Scambio posta sono stati impegnati oltre cento militari e 47 autovetture tra le province di Vicenza, Padova, Brescia e Milano.


LE FORZE IN CAMPO

Per risalire all'associazione a delinquere sono state utilizzate intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, consultazione delle banche dati della Guardia di Finanza. Le attività hanno consentito di effettuare una mappatura anagrafica e commerciale dei soggetti coinvolti, e di individuare una frode dell'Iva perpetrata in particolare nel settore dei materiali ferrosi e dell'edilizia. Sarebbero state emesse fatture fasulle per 30 milioni di euro (l'importo complessivo finora quantificato è di poco meno di 20 milioni) e parallele fatture per operazioni inesistenti scambiate tra numerose imprese cartiere, filtri ed utilizzatori per un ammontare di 9,3 milioni di euro.


Imponenti anche le perquisizioni. Ne sono state eseguite 39 nei confronti di 23 persone, di 15 società di capitale e di una ditta individuale. Il sequestro preventivo di 2,5 milioni di euro è stato finalizzato alla confisca di nove società e, in caso di impossibilità, nei confronti dei titolari.
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Il Gazzettino