SPINEA - Le immagini dell'abbattimento dell'albero monumentale della scuola Vico stanno circolando nei social in queste ore. E hanno colpito molto gli spinetensi, che...
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Intanto in Riviera del Brenta il Genio civile esegue un pulizia straordinaria degli argini del Brenta-Cunetta, ma taglia anche centinaia di alberi ad alto fusto, diversi dei quali ricadenti all'interno del parco comunale Sarmazza di Vigonovo. Il taglio dei fusti ha uno scopo preciso, ossia l'eliminazione di tutta al vegetazione in grado di costituire un ostacolo al normale deflusso delle acque del fiume in caso di piena. La gente però insorge, specialmente nei social. Il sindaco Andrea Danieletto risponde: «Abbiamo provato ad opporci, senza successo. Da amministratore e cittadino dispiace vedere tanti alberi abbattuti, ma abbiamo dovuto prendere atto di una decisione che proviene da un potere superiore al nostro».
La pulizia dell'alveo del fiume, che dovrebbe essere metodica e realizzata ogni due o tre anni, non si faceva da svariato tempo. Nel frattempo, lungo gli argini interni ed esterni del Brenta-Cunetta, sono cresciuti alberi di ogni tipo, in prevalenza pioppi e salici. Secondo alcuni cittadini di Vigonovo, la ditta che ha ricevuto l'incarico del taglio da parte del Genio civile avrebbe allargato l'area di intervento, andando a potare anche piante di grosso fusto, poste al di fuori dell'alveo, che pertanto non avrebbero creato alcun intralcio al deflusso dell'acqua.
Molti alberi tagliati facevano parte del parco Sarmazza, una grande area verde realizzata dall'amministrazione di Vigonovo una dozzina d'anni fa nel settore compreso tra il Brenta e il corso dell'idrovia Padova-Venezia. Il parco è attrezzato con punti di sosta e comprende sentieri sterrati e arginali esclusi al traffico automobilistico; il tutto in parte ricadente nel bacino fluviale competente al Genio civile. L'impresa incaricata dei lavori dopo il taglio macina e rimuove tutta la legna. Era già avvenuto anni fa nel tratto tra Vigonovo e Sandon di Fossò, quando un'altra azienda specializzata aveva tagliato e asportato il materiale per poi realizzare pellet. Resta il fatto che per molte persone si tratta di uno sfalcio radicale e brutale. Dove la natura faceva ancora il proprio corso, ora è stato tutto ridotto a un deserto. E gli unici alberi da tagliare, ossia quelli effettivamente posti a ridosso del fiume e che tendono ad ostruire l'acqua, sono ancora sul posto, perché troppo difficili da recidere e quindi non rientranti economicamente nell'operazione. Che disturbo davano alberi di 50 anni che nulla avevano a che vedere Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino