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PORDENONE - Il bando è scaduto il 25 novembre. Il vincitore c’è, è pronto a entrare “in partita” e a dare una mano sul fronte della gestione delle persone in isolamento domiciliare, che in regione ormai aumentano di 2.300 unità ogni settimana. Insomma, è tutto fatto, ma in provincia di Pordenone si è verificato l’ennesimo intoppo di questa seconda ondata di pandemia. Il Best Western di via Mazzini, infatti, per ora rimane vuoto: potrebbe già accogliere persone (sino a prova contraria negative) che devono rimanere in quarantena dopo un contatto con un positivo, ma nessuno ha segnalato almeno un caso alla direzione.
LA SPIEGAZIONE
L’albergo di via Mazzini a Pordenone è ufficialmente l’hotel sanitario della provincia di Pordenone. Il lungo iter, condotto dalla Protezione civile nazionale e ora in mano all’Azienda sanitaria, si è concluso nei tempi prestabiliti. La struttura comprende venti stanze da riservare alle persone indicate dall’AsFo per agevolare le quarantene in sicurezza. Ne erano state “offerte” addirittura di più, ma si è ritenuto di limitare la disponibilità alle venti finite nel bando. Il problema è che ad oggi i posti occupati risultano essere zero. La domanda, come già specificato, non manca affatto, ma le difficoltà che sta vivendo l’Azienda sanitaria in questa fase della pandemia stanno rallentando le operazioni. La conferma arriva direttamente dalla direzione dell’albergo business di via Mazzini. «Noi siamo pronti - è la spiegazione - ma al momento non abbiamo ricevuto nemmeno un nominativo da parte della Sanità pordenonese». Dovrebbe essere il Dipartimento di prevenzione a comunicare la lista delle persone in isolamento in provincia e soprattutto a identificare i casi più problematici, quelli cioè candidati a trasferirsi all’interno dell’albergo sanitario. Ma l’operazione è ferma al palo. Lo è soprattutto perché i tecnici della prevenzione sono alle prese con mille altre incombenze, e ancora non hanno affrontato le liste da scremare per individuare i cittadini per i quali la quarantena tra le mura domestiche non avverrebbe in sicurezza.
DIFFICOLTÀ
Ancora oggi, infatti, il tracciamento è in sofferenza soprattutto in provincia di Pordenone.
Il Gazzettino