Aiuti Covid, denunciati 51 imprenditori a Treviso: non ne avevano diritto e c'è chi se li è mangiati giocando online Altri 15 nel mirino per piccoli importi

Un cinese appena ottenuto i soldi non dovuti li ha dirottati su conti in Cina

TREVISO  - La Guardia di finanza di Treviso ha denunciato 51 imprenditori per aver ricevuto senza averne diritto, o utilizzato per finalità non consentite, oltre un...

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TREVISO  - La Guardia di finanza di Treviso ha denunciato 51 imprenditori per aver ricevuto senza averne diritto, o utilizzato per finalità non consentite, oltre un milione e mezzo di euro di aiuti statali, sotto forma di prestiti garantiti o contributi a fondo perduto per fronteggiare l'emergenza Covid. Altri 15 imprenditori, responsabili di irregolarità di minore gravità o che hanno ricevuto somme inferiori ai 4.000 euro, sono stati segnalati per l'irrogazione di una sanzione amministrativa.

Nei casi scoperti dai finanzieri nell'operazione "Pozzo senza fondo", numerose imprese non avevano alcun diritto a ottenere i benefici ma, tramite false autocertificazioni od omissione di informazioni sulle reali condizioni economiche, sono riuscite a farsi erogare i finanziamenti. Altre, pur avendone titolo, hanno utilizzato la liquidità ottenuta per finalità completamente estranee alle esigenze imprenditoriali. 

LUDOPATIA

Singolare la vicenda di un imprenditore, a suo dire affetto da ludopatia (vittima del gioco d'azzardo), che ha beneficiato di un finanziamento garantito dallo Stato per 25.000 euro e, subito dopo l’accredito, ha utilizzato l’intera somma per effettuare scommesse su piattaforme di gioco online.

Un altro imporenditore cinese non appena ottenuto il contributo, lo ha dirottato su conti correnti accesi presso banche del suo Paese di origine. Tra le numerose violazioni accertate, il caso più frequente è quello riscontrato in 28 società che, al momento della presentazione della domanda di finanziamento, hanno dichiarato di non avere perdite pregresse, non dipendenti dall’emergenza Covid-19, mentre, in realtà, si trovavano già in stato di difficoltà: hanno ottenuto indebitamente prestiti per 780.000 euro, che lo Stato, nella sua veste di garante, si troverà costretto a restituire nell’ipotesi – non remota – in cui le imprese non siano in grado di farlo.
A conferma di questo rischio, basta citare la circostanza che una di queste società, non appena ottenuto il finanziamento garantito, è stata messa in liquidazione volontaria. Diversi, poi, i casi di utilizzo di dichiarazioni o documenti falsi, come quello di tre società “cartiere”, inserite in un meccanismo di emissione di fatture false, che hanno ottenuto prestiti garantiti per 129.000 euro e hanno richiesto una ulteriore erogazione di 400.000 euro, bloccata grazie alla tempestiva segnalazione al Mediocredito Centrale, organismo che garantisce, per conto dello Stato, i finanziamenti.
E ancora: uno dei denunciati ha presentato dati completamente falsi sulla sua attività, che di fatto non è stata mai esercitata; un altro ha presentato la domanda per ottenere gli aiuti indicando una partita Iva inesistente, riuscendo comunque a ottenere liquidità per 11.500 euro.

Ingegnosa, infine, la “riesumazione” di una società inattiva da 5 anni, che ha ottenuto un ristoro di 4.000 euro perché penalizzata dalla crisi economica dovuta alla pandemia. Alcuni imprenditori, poi, al fine di ottenere il contributo a fondo perduto, parametrato al calo del fatturato nei primi mesi del 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, hanno ben pensato di annullare tutte le fatture emesse all’inizio del 2020, differendole ai mesi successivi.  

Per 51 persone, dunque, è stata informata la Procura di Treviso, affinché possa valutare la rilevanza penale delle condotte scoperte dalle Fiamme Gialle. Altri 15 imprenditori, responsabili di irregolarità di minore gravità o che hanno ricevuto somme inferiori ai 4.000 Euro, sono stati segnalati per l’irrogazione di una sanzione amministrativa. Per i finanziamenti garantiti, infine, tutte le violazioni accertate sono state segnalate al Mediocredito Centrale, per l’attivazione delle procedure di revoca della garanzia.  

 

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Il Gazzettino