Aiuti alimentari, giro di vite dei frati: «I furbetti vadano nelle parrocchie»

fra Sandro a Mussoi
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BELLUNO - Generosità e carità. Ma con il filtro. Dal primo gennaio 2019 i frati di Mussoi, quartiere cittadino di 4000 abitanti, non distribuisco più a pioggia i pacchi con prodotti alimentari. Ad accedere, due volte al mese, alla possibilità di portarsi a casa pasta, riso, zucchero, pelati e tonno è solamente chi, selezionato, è entrato nell'elenco stilato dopo colloqui con i richiedenti. «Non si tratta assolutamente di una valutazione di tipo fiscale il parroco, fra' Sandro, mette le mani avanti stiamo solo razionalizzando il flusso dell'aiuto. Nel senso che indirizziamo coloro che mostrano necessità economiche alla parrocchia di appartenenza, là dove la persona è conosciuta e può essere seguita meglio». Un motivo di base ha portato a questa decisione: «C'era a volte la sensazione che qualcuno ritirasse qui il pacco con i prodotti alimentari di spettanza, ma poi, con lo stesso scopo, facesse il giro delle parrocchie».


ACCORDO CON LA DIOCESI Si badi bene: il concetto francescano di apertura ai poveri non è alle ortiche. Anzi. Solo che prima di riempire la borsa della spesa si ascoltano i bisogni, si parla con chi è in difficoltà, per capire. «C'è, in tal senso, un accordo con la diocesi, in particolare con la Caritas diocesana», afferma il parroco. In realtà ogni parrocchia porta avanti iniziative di apertura alle persone con necessità: «Ognuna gestisce la propria povertà, anche se d'istinto la tendenza per i più è, spesso, di fare riferimento ai cappuccini. Adesso, quindi, la nostra attenzione è rivolta ai parrocchiani di Mussoi, assistendo le famiglie di cui conosciamo le difficoltà.». Anche, se necessario, pagando una bolletta. Fra' Sandro tiene a precisare che si tratta di un lavoro in squadra: «È molto importante che il parroco sia coadiuvato da volontari che gli danno una mano». E non mancano i collegamenti con l'esterno per le situazioni di bisogno: «L'interfaccia a cui teniamo è con i Servizi sociali del Comune di Belluno».


  LA MENSA DEI POVERI Se l'area di intervento della consegna di pacchi alimentari è delimitata alla parrocchia, rimane aperta a tutti la mensa dei poveri. Questa è una realtà viva e unica che è indipendente dalla diocesi in senso stretto. A gestirla sono i frati cappuccini del convento: tavolate apparecchiate tutti i giorni dell'anno, con apertura alle 11.30. Un primo ed un secondo caldi, per tutti. Si servono dai 20 ai 35 pasti al giorno, si accoglie chiunque si sieda al tavolo, al di là della nazionalità, del credo religioso, della residenza. «Chi arriva, arriva», sintetizza fra' Sandro. Più o meno stazionaria la tipologia degli avventori: «Vi è il gruppo dei brasiliani e quello delle badanti dell'Est Europa, più qualche bellunese». Gli armadi che fungono da dispensa paiono oggi belli carichi. Perchè questo è il momento dell'anno in cui sugli scaffali si sono accumulate tante regalie alimentari, frutto della raccolta fatta casa per casa in parrocchia e di doni di Natale. Provviste che basteranno per qualche mese. «A maggio? Chissà, ma confidiamo nella Provvidenza. 
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Il Gazzettino