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PADOVA - Il giorno del suicidio Ahmed con il suo telefono cellulare ha agganciato per sei volte sei reti wi-fi diverse. Lo studente di 15 anni dell’istituto Bernardi non aveva l’abbonamento per navigare in Internet con lo smartphone. Poteva solo chiamare e ricevere telefonate, o spedire messaggi Sms. Inoltre il 21 aprile alle 21.30 lo ha chiamato la madre, ma lui non ha voluto risponderle e ha messo giù.
E poi ci sono quei venti messaggi attraverso WhatsApp spediti alla ex fidanzata, tra audio, file di foto e testi scritti. E anche il messaggio “Vi voglio bene” spedito nella chat dedicata agli amici. Insomma il ragazzo di origine marocchina, residente con la famiglia a Mortise, quel giovedì prima di togliersi la vita sarebbe stato per ore connesso alla rete con lo smartphone.
Ma dove ha agganciato i wi-fi? A questa domanda dovranno rispondere gli uomini della Squadra mobile. Potrebbe essere andato in qualche locale o a casa di qualche amico? Ipotesi a cui stanno lavorando gli inquirenti. L’obiettivo è ricostruire le ultime ore di vita di Ahmed. Ecco perchè sono stati sentiti i suoi amici e la sua ex fidanzata. Una ragazza di 17 anni residente a Cadoneghe, descritta dagli investigatori come una giovane molto matura. Ed è stata lei a raccontare alla polizia del repentino cambiamento di Ahmed nell’ultimo mese: da studente modello e ragazzo tranquillo, era diventato irrequieto e senza voglia di studiare.
Inoltre aveva inanellato una serie di assenze da scuola, come il giorno del suicidio quando è rimasto a casa. «Ahmed da qualche tempo era cambiato.
Ma tutti questi messaggi non sono stati trovati nel cellulare di Ahmed, perchè il ragazzino prima di togliersi la vita li ha cancellati. E così gli inquirenti non sono riusciti a recuperare altri file o documenti all’interno dello smartphone utili alle indagini. L’apparecchio è stato spento dallo studente alle 22.50 e l’ora della sua morte, come stabilito dal medico legale Andrea Porzionato, è stata fissata tra le 23 e la mezzanotte di quel 21 aprile quando ha deciso di gettarsi nelle acque del fiume Brenta. Ma il telefono cellulare di Ahmed ha comunque messo sulla buona strada gli inquirenti. Adesso è necessario capire a quali rete wi-fi lo studente si è agganciato per navigare in Internet e spedire i messaggini WhatsApp agli amici e all’ex fidanzata.
Forse è stato aiutato da qualche amico? O forse si è recato in più locali con la possibilità di agganciarsi al wi-fi? Bisogna ricostruire le ultime ore di vita del quindicenne. Intanto resta il mistero della bicicletta rossa con cui Ahmed se ne è andato da casa e ha raggiunto la passerella lungo il Brenta da dove si è tuffato. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe stata presa da un passante, come è stato raccolto da un cittadino nordafricano il suo telefono cellulare lasciato abbandonato a terra.
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Il Gazzettino