AURONZO (BELLUNO) - L'agriturismo Tre Cime di Giralba di Auronzo non c'è più. Ieri è stata eseguito lo sfratto giudiziario del proprietario dello...
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LA PROPRIETÀUna giornata mesta per la famiglia di Ottorino Zandegiacomo Seidelucio. In questo sfratto si spengono molti anni di fatiche e di sogni di poter fare della vecchia casa dei Zandegiacomo Seidelucio un agriturismo appetibile per i tanti turisti che transitano sulla strada che sale a Misurina. Sul camino dell'edificio in pietra spicca la data 1882, quando i bisnonni di Ottorino edificarono casa e fienile retrostante per svolgervi attività agricola nella parte più interna della valle d'Ansiei. Attorno ai due edifici circa 7000 metri di terreno, un tempo prato, poi negli anni anche recinto per animali di varie specie.
L'IPOTECA BANCARIAEra la speranza della famiglia Zandegiacomo quella di poter realizzare un agriturismo con galline, oche, capre, asini, che dessero modo a loro di vivere di allevamento e di ristorazione per passanti sia in estate che in inverno. Per poter allargare l'attività e ristrutturare l'immobile la famiglia aveva contratto dei mutui in banca e lì è iniziata la discesa nel precipizio che ieri ha toccato il fondo. Case e terreni sono stati ipotecati dalla banca e messi all'asta, per una cifra divenuta allettante per dei compratori auronzani, che hanno acquistato gli immobili e il terreno circostante.
SENZA LAVOROOttorino è seduto su una sedia, sotto un pergolato da cui cadono le foglie. E' anche l'autunno della sua vita, che non sa più offrire spazi di ripresa. Licenziato dalla scuola lo scorso febbraio, malato di sclerosi multipla, non può andare ad abitare nella mansarda dove hanno trovato alloggio le sue due donne.
«MI SCALDERÀ IL CANE»«Ho chiesto al sindaco di Auronzo - dice - di mettermi a disposizione una casa che abbia l'accesso al piano terra, per la mia infermità, ma soprattutto perché ci sono degli stabili di antica proprietà regoliera gestiti dal Comune, dove io, come regoliere di Villagrande, ho diritto di una quota di comproprietà. Se non mi verrà dato alloggio mi vedrò costretto a dormire sotto il portico del municipio, su una branda e con vicino il cane che mi riscalderà».
Lucio Eicher Clere Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino