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CAVALLINO-TREPORTI - «Gli effetti della crisi sono potenti, dal 2000 ad oggi a Cavallino-Treporti siamo passati da 500 a un centinaio di aziende agricole. C'è il problema dei prezzi di vendita al mercato e negli ultimi anni si sono aggiunti anche i costi di produzione schizzati alle stelle». Michele Borgo, presidente di Coldiretti, fotografa in questo in modo la crisi che stringe l'agricoltura di Cavallino-Treporti, per molti anni uno dei distretti più importanti d'Italia, sia per numero di aziende che per qualità di prodotti coltivati. Negli ultimi ventiquattro anni però il numero delle aziende vitali, quelle con il reddito completamente legato alla produzione orticola, è drasticamente diminuito. A pesare c'è l'aumento dei costi di produzione e ancora la vendita al ribasso nei mercati di mezzo nord Italia dei prodotti locali, una situazione che a Cavallino-Treporti viene segnalata da più di un decennio. «Negli ultimi anni uno dei problemi maggiori è il mancato ricambio generazionale: spiega Borgo i giovani pronti ad investire in questo settore ci sarebbero, ma si devono scontrare con una lunga serie di difficoltà. Di base c'è il problema del reddito che continua ad essere ridotto: tra il prezzo di vendita dei nostri prodotti e quello che spende il consumatore continua ad esserci un salto troppo alto.
MARGINI RISICATI
Il margine di guadagno rimane sempre risicato, soprattutto dopo l'impennata dei costi di produzione degli ultimi tre anni.
POLITICA DISATTENTA
A pesare è anche la poca considerazione dal mondo politico. «Se la Regione non indica Cavallino-Treporti come ex zona fiorente sottolinea il presidente di Coldiretti ci saranno sempre mille difficoltà ad accedere a contributi agevolati». Infine, un'autocritica interna: «Una parte di colpa è nostra conclude Borgo - abbiamo vissuto nel ricordo degli anni 80 senza creare una forma cooperativistica. Ognuno lavorava da solo, quando i prezzi sono crollati è scattata la battaglia al vicino di casa».
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Il Gazzettino