Agordo. Palpeggiò la carabiniera durante un controllo: altri 10 mesi di reclusione oltre ai due anni di condanna

Agordo. Palpeggiò la carabiniera durante un controllo: altri 10 mesi di reclusione oltre ai due anni di condanna
AGORDO (BELLUNO) - Nuove condanne ieri, martedì 23 gennaio, in tribunale per Amine Bendaoud, il 25enne di origine marocchina che abita a Agordo, attualmente detenuto a...

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AGORDO (BELLUNO) - Nuove condanne ieri, martedì 23 gennaio, in tribunale per Amine Bendaoud, il 25enne di origine marocchina che abita a Agordo, attualmente detenuto a Baldenich: altri 10 mesi di reclusione. Il giovane sta scontando due anni per l’accusa di violenza sessuale, dopo aver palpeggiato una carabiniera: una donna in divisa, in pattuglia con un collega, che lo aveva fermato per un controllo. Il fatto accadde ad Agordo nel marzo del 2023 quando avrebbe toccato la donna in divisa e finì in manette. Da allora è in cella, già giudicato con rito abbreviato che si è concluso nel luglio scorso con condanna di 2 anni.

I NUOVI PROCESSI

Ma quei fatti, ormai cristallizzati con una sentenza, non erano oggetto dell’udienza di ieri. In tribunale a Belluno Amine era rappresentato dall’avvocato Enrico Rech che lo ha assistito in due processi. Il primo per l’accusa di violazione della misura di prevenzione: ieri è stato condannato a 4 mesi in continuazione con le precedenti condanne (il pm aveva chiesto un anno e mezzo). L’altro processo lo vedeva accusato di resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità: condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione. I fatti risalgono alla sera del 6 luglio 2020 quando ci fu una rissa a Belluno in centro. La polizia e i carabinieri arrivarono dopo la segnalazione di tre persone e fecero una perlustrazione. Nei controlli decisero di identificare Amine e altri ragazzi. Li perquisirono, ma quando chiesero di vedere lo zaino di una ragazza che era assente lui si sarebbe opposto e brandendo il proprio telefono avrebbe minacciato di diffondere le riprese audiovisive dell’operazione di polizia sul suo profilo Facebook. 

LA VIOLENZA

Nulla a confronto di quanto fece il 10 marzo 2023 quando avvenne il caso di violenza alla carabiniera. Quella sera ad Agordo Amine non avrebbe dovuto essere fuori, essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. Finì in manette per tre reati: violazione delle misura, resistenza a pubblico ufficiale e violenza sessuale. In particolare quest’ultima accusa scattò quando aggredì la carabiniera spuntandole in faccia, poi imprecando contro di lei e con gesti improvvisi e repentini, palpeggiandola sulla coscia sinistra e sul sedere. Il giudice ha valutato la violenza sessuale nell’ipotesi più lieve sentenziando 2 anni di reclusione e da allora è a Baldenich. A marzo c’è l’udienza di fronte al Tribunale di Sorveglianza per ottenere una misura diversa. 

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Il Gazzettino