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PADOVA - Un trattamento di agopuntura senza consenso, un'ora abbandonata a sé stessa in ambulatorio, costretta a togliersi da sola gli aghi sottopelle e con un dolore al polso sfociato in una diagnosi di sospetta lesione di un nervo. È quanto una professionista padovana di 58 anni contesta al suo medico di base, nei cui confronti (attraverso il suo avvocato) ha presentato un esposto all'Ordine dei medici padovano. L'esposto è stato inviato pochi giorni fa, mentre il trattamento medico ritenuto causa dei problemi che la donna lamenta tutt'oggi risale al 25 ottobre scorso. La 58enne quel giorno si sarebbe presentata nell'ambulatorio del suo medico di famiglia chiedendo una visita per capire l'origine di una serie di malesseri, tra cui emicranie e vampate di calore. Durante la seduta a detta della donna il medico le avrebbe praticato l'agopuntura, senza però aver prima avuto il consenso (né scritto né orale) della paziente. A quel punto sarebbero cominciati i problemi.
Secondo l'esposto il dottore, una volta infilati gli aghi nella pelle, si sarebbe allontanato dalla stanza e, nonostante le rassicurazioni sul fatto che sarebbe tornato presto, avrebbe lasciato completamente sola la donna per più di un'ora.
Sempre secondo quanto raccontato nell'esposto, durante la notte i dolori erano diventati ancora più intensi e si erano estesi all'intero braccio, tanto che nemmeno un potente antinfiammatorio era servito a farla stare meglio. Inevitabile dunque una visita al pronto soccorso, dove sarebbe stata diagnosticata una sospetta lesione iatrogena (cioè correlata a un'azione medica precedente, ndr) del nervo mediano, nervo che attraversa in lunghezza il braccio e termina nella mano. La donna ha anche riferito di non essere più riuscita a contattare, nei giorni seguenti, il suo medico, finendo per rivolgersi a un altro pur senza essere riuscita a veder scomparire del tutto i dolori a un mese e mezzo dal trattamento. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino