Agguato a colpi di pistola contro il clan rivale: 4 nomadi condannati a 34 anni

La polizia all'interno del campo
VIGONZA - Quattro giostrai hanno collezionato, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, una condanna a 34 anni di carcere per tentato omicidio. Il 17 ottobre del 2016 avevano...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VIGONZA - Quattro giostrai hanno collezionato, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, una condanna a 34 anni di carcere per tentato omicidio. Il 17 ottobre del 2016 avevano organizzato una spedizione punitiva all’interno del campo nomadi di Pionca di Vigonza territorio della famiglia Pavan. La banda sparò numerosi proiettili calibro nove ad altezza uomo in direzione dell’abitazione e di una roulotte dove dimoravano i componenti del clan nemico. Insomma, un vero e proprio regolamento di conti tra nomadi. 


I quattro hanno incassato una pena di 8 anni e 6 mesi a testa. Sono Nike Moretti di 46 anni residente a Pianiga in provincia di Venezia, Luca Major 51 anni di Vedelago (Treviso), Alen Gabrielli di 45 anni domiciliato nell’accampamento di via Casoni a Riese Pio X (Treviso) e Tomas Innocenti di 43 anni di Vedelago (Treviso). Mentre è stata stralciata la posizione Fabio Major di 58 anni residente nel campo nomadi sempre di Vedelago. Tornerà davanti al giudice il prossimo 21 di febbraio. Tutti sono stati assolti invece per il possesso di un kalashnikov perchè il fatto non sussiste. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo, titolare delle indagini, aveva chiesto per ognuno di loro una condanna a tredici anni di carcere. 

I FATTI 

Il quartetto era arrivato sul posto a bordo di un’Audi S4. Erano da poco passate le 21 quando il campo dei Pavan (difesi dall’avvocato Valentino Menon) si è trasformato in un inferno. Numerosi colpi sparati ad altezza d’uomo si erano conficcati nei muri e nelle finestre dell’abitazione e della roulotte dove si trovavano il capofamiglia Mario Pavan, i due figli e le rispettive conviventi. 

LE INDAGINI 

I giostrai condannati, prima dell’agguato al clan rivale, erano stati messi sotto intercettazioni ambientali e telefoniche perchè sospettati di diversi assalti ai bancomat. La sparatoria è stata anche registrata da una microspia. Appena tre giorni prima Joy Pavan, uno dei figli di Mario, si era reso protagonista di un violento diverbio con la compagna Isenia Cassol, sfociato in schiaffi e pugni. 


Il giovane giostraio non accettava l’idea che la sua donna avesse una normale occupazione. A mantenerla c’avrebbe pensato lui. La ragazza si era però opposta, perchè il suo stipendio era quantomai necessario per sbarcare il lunario. In difesa della giovane era intervenuto Fabio Major e anche lui è stato aggredito e ferito da Joy Pavan. Fabio Major a quel punto aveva chiamato a raccolta l’intera famiglia per dare una lezione a quel giovane violento. Durante il processo Mario e Joy Pavan, e Isenia Casol si sono dimostrati reticenti tanto che la pubblica accusa ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino