«Volevano anche il codice del bancomat, per questo mi hanno tenuto in ostaggio e costretto a girovagare in macchina tutto quel tempo» - ha spiegato, ancora sotto...
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L'INTERROGATORIO
I due casertani, ieri, sono stati interrogati dal gip Massimo Vicinanza. Assistiti dal loro legale, l'avvocato Michele Ferraro, hanno raccontato la loro versione. «Si è trattato di un equivoco, eravamo ubriachi e non volevamo sequestrare nessuno. Avevamo chiesto un passaggio. Poi quell'uomo ci ha scaricati e noi abbiamo reagito». Il gip ha convalidato l'arresto e messo i due rapinatori ai domiciliari.
LA SERATA
Erano arrivati a Spresiano in taxi, facendosi lasciare dall'autista a qualche centinaio di metri dall'ingresso dell'Odissea, sulla Pontebbana. Ma, appena scesi, erano scappati senza pagare la corsa. A quel punto avevano cercato di entrare in discoteca, ma erano stati giudicati non idonei e invitati ad allontanarsi. «Erano in tuta e in preda ai fumi dell'alcol» spiega Giannino Venerandi, proprietario dello storico locale da Ballo di Spresiano. I due giovani in questione, sarebbero proprio i due casertani che sabato notte, dopo aver vagato per qualche ora lungo la Pontebbana, hanno rapinato e poi sequestrato per quattro interminabili ore il 45enne di Breda di Piave. «Ho chiesto informazioni ai ragazzi che controllano i parcheggi e si occupano della sicurezza - spiega Venerandi -, e l'unica anomalia è stata proprio questa: due giovani in tuta da ginnastica, alterati, si erano presentati all'ingresso ma erano stati allontanati perchè, a nostro avviso, erano visibilmente ubriachi. Poi abbiamo saputo che non avevano pagato la corsa del taxi a bordo del quale erano arrivati. È arrivato anche il tassista e ce li ha descritti: erano proprio loro». I due, però, era circa l'una di notte, non si sarebbero allontanati, chiedendo poi un passaggio all'operaio 45enne, in una zona isolata del parcheggio.
Alberto Beltrame Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino