Pestato e sequestrato, i due 20enni: «Un equivoco, eravamo ubriachi»

Spresiano. Pestato e sequestrato, i due 20enni: «Un equivoco, eravamo ubriachi»
 «Volevano anche il codice del bancomat, per questo mi hanno tenuto in ostaggio e costretto a girovagare in macchina tutto quel tempo» - ha spiegato, ancora sotto...

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 «Volevano anche il codice del bancomat, per questo mi hanno tenuto in ostaggio e costretto a girovagare in macchina tutto quel tempo» - ha spiegato, ancora sotto choc, il 45enne di Breda soccorso domenica mattina a Caposile di Musile di Piave, dov'è riuscito ad approfittare di un momento di distrazione dei suoi aguzzini e a chiedere aiuto, dall'auto, ad un passante, che ha allertato i carabinieri. L'operaio, A.M. le sue iniziali, è rimasto in balia dei due giovani casertani, Angelo Maccarone di 23 e Nunzio Tedesco di 20, entrambi originari di Maddaloni ma che ora vivono a Biancade di Roncade (dove il primo risulta domiciliato, mentre il secondo sarebbe suo ospite) per oltre quattro ore, fino alle otto del mattino In quelle ore d'inferno, il 45enne, di origini palermitane, è stato vessato e picchiato. È stata quasi una tortura, costretto a girovagare fino all'alba e oltre tra la Marca e il Veneziano. I due casertani lo hanno costretto a scarrozzarli in lungo in largo. La scusa iniziale era di un passaggio verso casa, a Biancade, dopo la discoteca. Poi è scattata la violenza. «Mi hanno picchiato, continuavano a prendermi a sberle in faccia» ha riferito la vittima, ricacciata in macchina davanti all'Odissea.

 
L'INTERROGATORIO
I due casertani, ieri, sono stati interrogati dal gip Massimo Vicinanza. Assistiti dal loro legale, l'avvocato Michele Ferraro, hanno raccontato la loro versione.  «Si è trattato di un equivoco, eravamo ubriachi e non volevamo sequestrare nessuno. Avevamo chiesto un passaggio. Poi quell'uomo ci ha scaricati e noi abbiamo reagito». Il gip ha convalidato l'arresto e messo i due rapinatori ai domiciliari. 

LA SERATA

Erano arrivati a Spresiano in taxi, facendosi lasciare dall'autista a qualche centinaio di metri dall'ingresso dell'Odissea, sulla Pontebbana. Ma, appena scesi, erano scappati senza pagare la corsa. A quel punto avevano cercato di entrare in discoteca, ma erano stati giudicati non idonei e invitati ad allontanarsi. «Erano in tuta e in preda ai fumi dell'alcol» spiega Giannino Venerandi, proprietario dello storico locale da Ballo di Spresiano. I due giovani in questione, sarebbero proprio i due casertani che sabato notte, dopo aver vagato per qualche ora lungo la Pontebbana, hanno rapinato e poi sequestrato per quattro interminabili ore il 45enne di Breda di Piave. «Ho chiesto informazioni ai ragazzi che controllano i parcheggi e si occupano della sicurezza - spiega Venerandi -, e l'unica anomalia è stata proprio questa: due giovani in tuta da ginnastica, alterati, si erano presentati all'ingresso ma erano stati allontanati perchè, a nostro avviso, erano visibilmente ubriachi. Poi abbiamo saputo che non avevano pagato la corsa del taxi a bordo del quale erano arrivati. È arrivato anche il tassista e ce li ha descritti: erano proprio loro». I due, però, era circa l'una di notte, non si sarebbero allontanati, chiedendo poi un passaggio all'operaio 45enne, in una zona isolata del parcheggio. 
Alberto Beltrame Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino