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PORDENONE/UDINE - Studenti che accoltellano gli insegnanti o li picchiano, genitori che prendono a pugni i presidi, risse all’interno e all’esterno delle scuole e un bullismo che continua a minare anche le fondamenta delle socialità, sono l’escalation di una situazione che dimostra un clima di crescente preoccupazione legato agli episodi gravi di cronaca che hanno scosso le comunità scolastiche in questi giorni. E la sicurezza nelle scuole del Friuli Venezia Giulia torna ad essere al centro dei dibattito. Per fortuna episodi così gravi come quello di Varese o in passato di Caivano, sul territorio non si sono visti, ma ogni giorno, anche in regione, ci sono istituti in cui gli insegnanti faticano a mantenere basso il confronto con gli studenti. Non tutti, per carità, ma spesso basta una frangia per sballare gli equilibri in una classe. Del resto a livello nazionale si sono registrate sino ad ora, dall’inizio della scuola, 36 aggressioni a docenti e presidi. Quelle denunciate.
LA PROPOSTA
Il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, ha già fatto una proposta: agenti delle forze dell’ordine davanti alle scuole più turbolente. Saranno i dirigente scolastici regionali, nel caso l’idea diventasse reale, a indicare dove è necessario “militarizzare” anche gli istituti scolastici.
LA DISCIPLINA
Se da un alto è sacrosantamente vero che una aggressione a un insegnante o una rissa tra studenti, anche con l’uso di coltelli, può accadere ovunque, resta il fatto che gli istituti professionali, non tutti per carità, sono tra quelli in cui è più probabile che nascano i momenti di tensione. Anche in Friuli Venezia Giulia. Basta leggere i vari regolamenti di disciplina per rendersi conto che esistono parecchie differenze tra scuola e scuola. Solitamente nei licei, come lo Stellini a Udine o il Leopardi Majorana a Pordenone il regolamento è di poche pagine, alcuni concetti base per inquadrare il comportamento e poi si va avanti con il resto. A leggere, invece, altri regolamenti, come quello dell’istituto professionale Giacomo Ceconi a Udine o dell’Istituto di istruzione superiore, Federico Flora a Pordenone, qualche interrogativo nasce spontaneo. C’è da aggiungere che alcuni articoli sembrano cadere a puntino dopo i fatti avvenuti nei giorni scorsi in altre parti d’Italia con l’accoltellamento dell’insegnante o la ferita inferta al compagno di classe. Invece i due regolamenti in questione sono stati decisamente scritti prima, eppure in entrambi, si legge che è “vietato andare a scuola con armi, coltelli di tutte le dimensioni e portare proiettili come è avvenuto due giorni fa in una scuola alla periferia di Bologna.
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I REGOLAMENTI
Per quanto riguarda il Ceconi, scuola complicata da dirigere, sia per il preside che per gli stessi insegnanti ogni giorno in trincea, il regolamento di disciplina è di circa 30 pagine, carico di sanzioni disciplinari e di tipologie di comportamenti che non devono essere tenuti e altri che non possono assolutamente essere tollerati.
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Il Gazzettino