Studentessa aggredita sul Meduna, disarma il rapinatore e scappa scalza

La ragazza si è ferita strappando il coltello dalle mani del rapinatore
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PORDENONE - Si stava crogiolando al sole, tra i ciottoli della Meduna Beach. Ma ieri mattina, nonostante la bella giornata di sole, la spiaggetta di Zoppola non era frequentata e la studentessa era sola. Un uomo sui 35/40 anni, carnagione olivastra, alto circa 1,80, le si è avvicinato con una britola (una roncola) in mano. Le ha intimato di mettere le sue cose nello zainetto. «Fai la brava... prendi le tue cose e seguimi». Lei - 25 anni, neolaureata, di Zoppola - ha cominciato a riporre il telefonino, lentamente, tenendo d'occhio l'aggressore che aveva davanti. Poi, con un gesto repentino, gli ha strappato di mano la britola. Sono caduti entrambi a terra. Lei è riuscita ad afferrare il coltello e ha cominciato a correre a piedi scalzi nei campi. L'uomo, spiazzato dall'inaspettata reazione, non l'ha seguita. Ha afferrato lo zainetto e si è allontanato. A cercare di dare un volto al rapinatore sono adesso i carabinieri

 

dell'aliquota operativa del Norm di Pordenone, guidati dal luogotenente Giovanni Cito, e della stazione di Fiume Veneto, comandati dal maresciallo Eugenio Mortillaro. Non si possono fare ipotesi sulle reali intenzioni dell'aggressore. Voleva soltanto soldi e oggetti preziosi? O voleva abusare della ragazza che prendeva il sole sul greto del fiume? Al momento si indaga per rapina aggravata. Lo zainetto non è stato ritrovato: dentro ci sono il telefonino della venticinquenne, alcuni oggetti personali e i pochi euro che si era portata da casa. La ragazza, medicata in pronto soccorso all'ospedale di Pordenone, ha una prognosi di 7 giorni. Quando ha afferrato la britola ed è caduta a terra si è infatti procurata dei tagli superficiali all'avambraccio. Altre ferite e contusioni se l'è procurate tra i rovi e il terreno dissestato che ha attraversato per raggiungere la Cimpello-Sequals, la strada dove è riuscita a fermare un automobilista di passaggio, un 35enne della provincia di Treviso, che l'ha soccorsa e ha chiamato i carabinieri. Non ci sono testimoni dell'aggressione. La ragazza è stata ascoltata a lungo dagli investigatori ieri pomeriggio. Ha ricostruito con precisione quello che le è successo poco prima di mezzogiorno. Accertamenti saranno condotti sul coltello sequestrato dalle forze dell'ordine. La speranza è di poter trovare qualche impronta o traccia biologica riconducibile al rapinatore. Cristina Antonutti
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Il Gazzettino