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VERONA - Un agguato alla festa di Rifondazione comunista. Poco dopo la mezzanotte tra lunedì 17 e martedì 18 luglio un gruppo di giovani si è presentato in via Bresciani dove si celebrava la "Festa in Rosso - Festa del partito della rifondazione comunista". Si tratta di persone già note per essere state coinvolte nelle aggressioni perpetrate a dicembre nei confronti di alcuni tifosi del Marocco che stavano festeggiando la vittoria della loro nazionale di calcio.
I cinque giovani, militanti di estrema destra, hanno lanciato un petardo nell'area dove si teneva la festa, rischiando di far del male a qualcuno. Dopo di che hanno aggredito i presenti con dei bastoni prima di scappare via. I poliziotti li hanno intercettati nel giro di poco e la Digos li ha identificati tutti. I filmati sono al vaglio degli investigatori che stanno ricostruendo la dinamica dei fatti per accertare le responsabilità di ognuno: si attende che i tre feriti sporgano denuncia.
«A nome del Partito Democratico esprimo solidarietà e vicinanza alla comunità politica di Rifondazione comunista per la vile aggressione subita da estremisti di destra durante lo svolgimento della propria festa a Quinzano di Verona. È un episodio inquietante e se alcuni dei fermati sono gli stessi, come si apprende dai media, che si erano resi responsabili dell'aggressione di cittadini di origine marocchina che festeggiavano la vittoria della propria nazionale durante gli ultimi mondiali di calcio allora ci sono tanti elementi da chiarire. Serve un patto di tutte le forze politiche per contrastare e mettere al bando estremismi che praticano violenza e possono innescare un pericoloso cortocircuito». A dirlo segretario regionale del Pd veneto, Andrea Martella.
«Questa notte, dopo giorni di provocazioni, un gruppo di neofascisti con bastoni e a volto coperto hanno fatto irruzione nell'area dove si sta svolgendo la Festa di Rifondazione Comunista a Verona. È molto grave che, nonostante le ripetute provocazioni dei giorni precedenti, la questura non abbia garantito un'adeguata sorveglianza dell'area. Esprimo la solidarietà di tutto il partito ai compagni che hanno fronteggiato e respinto l'aggressione di questi squadristi del terzo millennio». Lo denuncia Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare. «Il nostro è un partito con le mani pulite che si autofinanzia con il lavoro militante, le sottoscrizioni e le feste come quelle di Verona. Ogni nostra festa - sottolinea Acerbo - è un presidio di democrazia e antifascismo. Auspico che il 20, alla riapertura della festa, ci sia una grande presenza di cittadine e cittadine democratici per esprimere un forte no alla violenza squadrista». A ricostruire la vicenda è Fiorenzo Fasoli, Prc Verona: le provocazioni, racconta, iniziano la sera di venerdì 14 luglio, quando a festa terminata un gruppo di giovani tenta di superare il cancello di via Villa già chiuso, respinti dall'incaricato della sorveglianza notturna; nella notte tra sabato 15 e domenica 16 e poi nella sera di domenica, petardi, lanci di bottiglie di vetro da un'auto, i manifesti imbrattati da vernice nera «e una scritta con simbolo inequivocabile», dice Fasoli.
Si arriva poi a questa notte, verso la mezzanotte, quando «prima viene lanciato un botto all'interno della festa e, dopo alcuni minuti, un gruppo di cinque o sei individui, con volto mascherato, ma armato di bastoni cerca di entrare nella festa.
Il Gazzettino