PADOVA - Pensava di aver trovato l'amore. Lei, nigeriana e sola in una terra straniera, all'inizio si sentiva protetta da quell'italiano che le giurava ogni giorno di...
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L'ultimo pestaggio è avvenuto all'una della notte tra venerdì e sabato in pieno centro a Padova. Il compagno, ubriaco, nel corso dell'ennesima lite scaturita per futili motivi tra le mura domestiche ha prima offeso e poi aggredito la comapagna. Botte, schiaffi, pugni, calci, offese. Tanto da causarle lesioni giudicate guaribili con prognosi di tre giorni dai medici del pronto soccorso che l'hanno visitata.
E proprio in ospedale si è scoperto che non era affatto la prima volta che l'uomo si comportava così e che la compagna finiva in ospedale: la condotta violenta nei confronti della fidanzata (che nel recente passato era già più volte ricorsa a cure sanitarie) erano iniziati addirittura nel 2012, ben otto anni fa. Il 57enne è stato dunque arrestato e portato nel carcere di Padova.
La quarantena forzata dal coronavirus potrebbe aver peggiorato ulteriormente la situazione. Dover restare rinchiusi in casa col proprio carnefice aumenta il rischio di violenze. Ma c'è di più: in quest'epoca di Coronavirus e del restiamo a casa alle donne vittime di violenza viene a mancare anche la possibilità di chiedere aiuto con la possibilità concreta cheche l'obbligo di restare chiusi fra quattro mura trasformi la casa in una vera e propria prigione per alcune donne. Vista la situazione, crescono le iniziative di solidarietà su internet, a partire da semplici ma spesso fondamentali piattaforme di ascolto e condivisione di esperienze di donne vittime di violenza domestica e di genere, come rilanciato dal collettivo Non Una di Meno. Un servizio che può fornire un primo aiuto, una consulenza o anche semplicemente un canale di sfogo è quello fornito dal Telefono Rosa al numero 1522. Una linea telefonica gratuita attiva 24 ore su 24 che raccoglie le richieste d'aiuto di donne vittime di violenza e di stalking. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino