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MESTRE - I cantieri saranno quattro e non uno, opereranno in contemporanea e con una grande quantità di mezzi pesanti per fare in tempo a finire la bretella ferroviaria dell'aeroporto entro i termini prefissati e non perdere i finanziamenti del Pnrr, ossia entro la fine del 2025, prima dell'avvio delle Olimpiadi invernali. Un impegno enorme perché «questo cantiere in poco spazio, 8 chilometri appena, contempla qualsiasi tipologia di infrastruttura ferroviaria esistente e anche stradale» ha ribadito ieri l'ingegner Patric Marini, responsabile del progetto per Rfi, Rete ferroviaria italiana, intervenuto in municipio a Mestre alla riunione della IV Commissione (congiunta alla V e IX) dedicata allo "Stato di avanzamento dei cantieri", assieme all'ingegner Francesco Romeo e al responsabile delle relazioni istituzionali, sempre per Ferrovie, Giacomo Pagone. Quattro macro cantieri, dunque, da 644 milioni di euro: quello più a nord per realizzare lo svincolo per l'innesto con la linea Venezia Trieste; un altro per il viadotto, un terzo per la galleria di 3 chilometri e mezzo e un quarto per la nuova stazione interrata; e il cantiere per la galleria, a sua volta come una matrioska, avrà altri 4 cantieri che opereranno anch'essi in contemporanea. Rispetto al progetto originario, quello esecutivo comporta numerose variazioni a seguito delle 160 prescrizioni del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile che a novembre del 2022 ha approvato definitivamente il progetto) e delle osservazioni di cittadini, istituzioni e imprese coinvolte dal tracciato.
MODIFICHE
Ad esempio i due sottopassi che in origine dovevano essere cavalcaferrovia, uno lato bivio ferroviario per Venezia e l'altro lato bivio per Trieste lungo via Bosco Costa: il primo sarà solo ciclabile e pedonale perché c'è un problema di quote tra l'infrastruttura e il terreno, il secondo anche per le auto.
AMBIENTE
Per quanto riguarda la flora si prevede di abbattere aree boscate per 15 mila metri quadrati e di piantumarne, alla fine, per 25 mila metri quadrati; inoltre le Ferrovie sono d'accordo con la richiesta della Città Metropolitana di piantare alberi anche nella fascia interclusa di 30 metri tra la bretella autostradale e quella ferroviaria. Rfi nega, invece, di aver a che fare con l'abbattimento di altri 220 alberi in corso nell'area aeroportuale a lato di viale Galilei: quello è attuato da Save, gestore del Maco Polo, per far posto a un nuovo parcheggio da 800 posti auto. Per ridurre l'impatto con il territorio è stato deciso, inoltre, di spargere su un'area molto estesa il milione e 300 mila metri cubi di terre che saranno estratte dalla galleria: 300 mila metri cubi andranno a bonificare un'ex discarica di Acegas e il resto sulle terre di Save Agricola con uno spessore di poche decine di centimetri per consentire, già l'anno dopo, di riprendere le coltivazioni.
Il Gazzettino