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ADRIA - Se non fosse vissuto in Polesine, terra che amava, se avesse posato altrove tavolozza e cavalletto, forse oggi sarebbe considerato tra i maggiori pittori italiani. Adria rende omaggio a Ugo Boccato (8 dicembre 1890 - 22 marzo 1982), a 40 anni dalla morte, con la mostra “La pittura svelata” in sala Cordella. Assieme a Tomaso Foster, Boccato rappresenta l’espressione più alta e apprezzata dell’arte pittorica adriese del ‘900 in campo nazionale. L’allestimento, costituito da opere, talune poco note, documenti e oggetti appartenuti al pittore, è visitabile fino al 21 ottobre con ingresso gratuito. È un Boccato diverso, quasi sconosciuto, quello che i visitatori troveranno. Non il Boccato che a partire dagli anni ‘30 si orientò verso la pittura impressionistica, stile che segnò tutta la sua vita fino a quando, mezzo cieco, si spense all’età di 91 anni ma un pittore astrattista, ritrattista (ne fece uno anche al gerarca Giovanni Marinelli che fu poi acquistato dal Comune di Adria), futurista (fece parte del Gruppo Savarè fondato da Corrado Forlin e Italo Fasullo e incontrò Filippo Tommaso Marinetti). Dipinse anche nature morte.
RICERCA ESPRESSIVA
La mostra, nata da un’idea di Federica Franzoso e curata da Stefano Annibaletto, è organizzata dai discendenti dell’artista e dall’amministrazione comunale in collaborazione con Pro Loco Adria. Lo stesso sindaco Omar Barbierato è uno dei pronipoti del pittore. L’ultima volta che Adria aveva reso omaggio a Boccato correva il 2012. Lo aveva ricordato il Rotary durante una conviviale per la regia dell’avvocato Nicola Zambon. In mostra si potrà conoscere la figura di una artista amato ad Adria ma poco noto fuori dal Polesine e in parte dimenticato. C’è chi l’ha definito pittore della luce o del Delta anche se in realtà nel suo percorso artistico, come si può scoprire visitando la mostra, non è stato solo questo. Ha esposto alla Quadriennale di Roma (1939) e alla Biennale di Venezia (1948). Era una sorta di autodidatta tanto che per rispondere alla musa ispiratrice poté contare solo sulle sue forze, dedicandosi alla pittura in modo continuativo solo dopo i 30 anni. Per vivere e mantenere ben 11 figli fece il decoratore. Sin da piccolo manifestò una chiara propensione per il disegno: fu mandato a studiare disegno e pittura privatamente. Frequento poi, con profitto, la Scuola d’Arti e Mestieri.
LA FORMAZIONE
La giovinezza la passò al fronte tra guerra di Libia e la prima guerra mondiale.
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Il Gazzettino