​Recupero fanghi, ecco il progetto per l’Aia tra Adria e Loreo

La Green Sludge Solution ha presentato in teleconferenza l’impianto di depurazione che intende realizzare in via Dogado

la zona industriale Aia
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ADRIA - «Per gestire i fanghi ci sono due soluzioni. L’alternativa zero prevede di non realizzare alcun impianto specifico. In questo caso, due i percorsi. Il primo prevede di utilizzarli come combustibile, in impianti che producono calore per il teleriscaldamento. Il secondo prevede la loro essiccazione e lo smaltimento in impianti di combustione esistenti, ma con impiantistica in deficit senza adeguata tecnologia, scelta non sostenibile e non conforme agli indirizzi europei. Esiste poi l’alternativa uno, tipo il nostro impianto, che permette di incentivare la produzione di concimi ottenuti da materie prime nazionali, recuperare i nutrienti e annullare qualsiasi rischio biologico a loro associato, alternativa sostenibile e in linea con gli indirizzi Ue». 


L’IMPIANTO 
Lo ha sottolineato Luca Ceriotti presentando in teleconferenza il progetto della Green Sludge Solution, l’azienda di Saronno (Varese) che intende cantierare un impianto di recupero di fanghi di depurazione in zona Aia, in via Dogado, in comune di Loreo, al confine con Adria. Se l’impianto otterrà il via libera regionale, tratterà annualmente rifiuti non pericolosi mediante essiccazione e combustione per 60mila tonnellate. «Gli obiettivi Ue - ha spiegato il relatore - riguardano tra le altre cose il riuso come risorse delle acque depurate e delle sostanze nutritive come il fosforo, il potassio, l’azoto e gli scarti agroalimentari. Negli impianti di depurazione delle acque urbane provenienti dal sistema fognario gli inquinanti vengono separati e l’acqua depurata torna nella rete idrica superficiale mentre i fanghi sono la componente solida che resta alla fine della depurazione. All’uscita dall’impianto hanno una consistenza terrosa, e sono rifiuti da smaltire». 


IL PROGETTO 
Secondo Ceriotti il Veneto e il Polesine registrano in questo campo una produzione di fanghi in aumento e un deficit impiantistico. «La dislocazione di questo impianto - ha spiegato - sarebbe ottimale. La località è stata scelta per il contesto produttivo, con presenza in zona di industrie e altri impianti di gestione rifiuti nelle immediate vicinanze e per essere vicino a depuratori di acque produttori di fanghi, di cui si prevede il trattamento. Anche dal punto di vista dell’impatto ambientale non ci sono riscontri significativi». Green Sludge Solution aveva presentato ad agosto istanza di valutazione di impatto ambientale per un insediamento di questo tipo. La Regione però aveva chiesto a fine ottobre ulteriori integrazioni. L’impianto sarà dotato di una linea di essiccazione e una di combustione. 


Saranno trattati una media di 192 tonnellate al giorno di fanghi provenienti dal trattamento delle acque reflue urbane e di fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali. È previsto anche il trattamento dei residui di filtrazione derivanti dal trattamento di fumi, ceneri pesanti e scorie contenenti sostanze pericolose, ceneri leggere, sabbie dei reattori a letto fluidizzato, tutte sostanze prodotte all’interno dell’azienda. I fanghi infatti saranno essiccati per un successivo recupero energetico con possibile valorizzazione dei residui, appunto le ceneri, con recupero del fosforo presente presso impianti terzi, per la produzione di fertilizzanti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino