Tolta ai nonni la figlia di Giulia, la 23enne di Adria uccisa dal marito

Tolta ai nonni la figlia di Giulia, la donna uccisa dal marito: caos in Comune
ADRIA - La figlia di Giulia Lazzari e Roberto Lo Coco è stata presa in carico dai Servizi Sociali. La bimba è stata trasferita in una struttura protetta. Alcuni...

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ADRIA - La figlia di Giulia Lazzari e Roberto Lo Coco è stata presa in carico dai Servizi Sociali. La bimba è stata trasferita in una struttura protetta. Alcuni membri della famiglia Lo Coco, per protestare contro questa decisione, si sono recati ieri pomeriggio a palazzo Tassoni, minacciando di occupare il municipio se non fosse stata ridata loro la pargoletta di quattro anni. Solo l’intervento dei carabinieri ha riportato la calma. Sul posto anche agenti della Polizia Locale. 


IL MARITO «Mi dispiace, odiatemi più che potete, giuro non ero in me»

Sempre ieri sono emersi altri particolari sull’intera vicenda. I genitori di Giulia, il padre Devis e la madre Moira, erano a conoscenza della difficile situazione che stava vivendo la loro figlia. Il padre di Giulia aveva commentato, esattamente il 30 agosto scorso, una sua immagine da giovane, scattata durante la leva, mentre imbracciava un fucile. Il commento era riferito al marito di Giulia, l’assassino della figlia, il 28enne Roberto, viste le origini palermitane di quest’ultimo e l’espressione tipicamente siciliana usata nel post. “Adesso ti vengo a prendere puddu, vandalo”, aveva scritto Lazzari. “Puddu” significa galletto.
 
Lo Coco avrebbe strangolato Giulia l’8 ottobre dopo che lei aveva espresso la volontà di separasi. Dopo nove giorni di coma, la 23enne è morta. Nel frattempo consiglio comunale monotematico ieri sera a palazzo Tassoni. L’Amministrazione comunale di Adria, in seguito alla mobilitazione generale di coloro che hanno preso parte sabato alla fiaccolata in memoria di Giulia, si è attivata per portare al centro dell’attenzione il tema della violenza di genere. Il Consiglio si è aperto con un minuto di silenzio in memoria della 23enne. A ricordarla una sedia vuota su cui era appoggiato un mazzo di rose rosse. Il consiglio voleva essere un momento importante di cordoglio per tutti e, di fronte all’ennesimo femminicidio, il sesto in Italia dall’inizio del mese, una presa di coscienza forte per combattere questa piaga.
PARI OPPORTUNITÀ

A far riflettere sul tema della violenza di genere la presidente della commissione provinciale Pari opportunità Antonella Bertoli, l’assessore alle Pari opportunità di Rovigo Erika Alberghini, Maria Grazia Avezzù, in qualità di presidente del comitato di pilotaggio del Centro antiviolenza del Polesine, e Roberta Cusin presidente del comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati. La seduta si è aperta con la riflessione del presidente del consiglio Francesco Bisco. Toccanti le sue parole: «Il primo pensiero - ha detto - va a Giulia e ai suoi genitori. Perdere un figlio è il dolore più atroce che un genitore possa provare e perdere la propria figlia così, per mano di chi avrebbe potuto essere compagno di una vita e il padre della loro bambina, diventa ancora più terribile. Questa sera voglio rappresentare soprattutto chi è debole perché ha voluto condividere la sua vita con la persona sbagliata, chi ha iniziato un rapporto con chi credeva fosse lecito comandare, opprimere, violentare un altro essere umano. la madre di sua figlia». “Mai più” la parola d’ordine di Bisco: «Dobbiamo - ha concluso - impegnarci con tutte le nostre forze perché questa strage di donne cessi e soprattutto dobbiamo farlo noi uomini». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino