Fucilate e poi abbandonata. Solo il muso spuntava dal fango

Fucilate e poi abbandonata. Solo il muso spuntava dal fango
FOSSALTA DI PIAVE - Solo il muso sporgeva dalla melma del fosso in via Argine San Marco. Una cagnolina in fin di vita, di razza segugio, è stata salvata così da una...

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FOSSALTA DI PIAVE - Solo il muso sporgeva dalla melma del fosso in via Argine San Marco. Una cagnolina in fin di vita, di razza segugio, è stata salvata così da una guardia giurata nei giorni scorsi. Era immersa nel fango e nascosta tra foglie e sterpaglie in un fosso nel territorio di Fossalta, in grave stato di denutrizione con alcune fratture e, soprattutto, cinquanta pallini tipici dei fucili da caccia nel corpo. Probabilmente aveva deciso di lasciarsi morire, tanto da non guaire neppure. La guardia giurata ha fatto intervenire il servizio veterinario dell'Ulss che ha messo al sicuro la bestiola nel canile sanitario di Villa Electra, a Tessere. Ora viene chiesto aiuto per Fiore, nome scelto dai volontari di Adas, Associazione a difesa degli animali del sandonatese: ha bisogno di trovare una famiglia paziente che sappia farle ritrovare la fiducia negli umani e superare i traumi. Assieme ai volontari aspetta qualcuno che possa scrivere un lieto fine alla sua terribile storia. 

 
«La guardia giurata ha notato qualcosa di strano e ha visto una scena raccapricciante spiegano i volontari - il veterinario presume che Fiore fosse bloccata nel fosso da un paio di settimane. Inoltre ci ha spiegato che, durante le fasi della caccia, alcuni esemplari possono riportare delle ferite dovute ai pallini, ma una cinquantina significa che il cane è stato messo nel mirino come una preda e solo per caso si è potuto salvare». E non si tratta dell'unica barbarie. «La situazione è drammatica perché in media vengono ritrovati una decina di segugi ogni anno abbandonati e talvolta maltrattati con tutta probabilità perché non sono bravi a cacciare continuano i volontari -. Negli anni scorsi sono stati trovati di cani da caccia a cui avevano sparato e poi tolto il chip per non poter risalire al proprietario. Nel bosco di Cessalto un esemplare era stato persino legato. Alcuni cacciatori, inoltre, usano dei collari elettrici, peraltro vietati, che erogano una scossa quando il cane adotta dei comportamenti sbagliati nel cacciare. Sembra anche che alcuni cacciatori stipulino un'assicurazione contro gli incidenti di caccia e quando decidono di far morire il loro cane poi dichiarino che è avvenuto un incidente, prendendoli in realtà a fucilate come può essere accaduto a Fiore. In questo modo ottengono pure un indennizzo». 

In passato i gruppi animalisti della zona hanno promosso degli incontri con i referenti delle associazioni dei cacciatori per diffondere la sensibilità e la cultura per il rispetto degli animali. Non tutti però sembrano aver compreso il messaggio. 
D.Deb. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino