Abbattuti centinaia di alberi lungo gli argini dell’Adige, gli ambientalisti protestano

La "strage"di alberi lungo l'Adige
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ROVIGO - Pnrr per un Paese più verde, rinaturalizzazioni, green economy, contrasto al cambiamento climatico. A parole l’ambientalismo regna. Con la siccità che sta attanagliando da mesi il Polesine e rende i fiumi l’ombra di loro stessi, con l’inquinamento alle stelle, difficile trovare qualcuno che non sia d’accordo sul fatto che gli alberi diventano una risorsa ancor più preziosa. A parole. Nei fatti la realtà è diversa. Centinaia di alberi d’alto fusto sono stati abbattuti lungo gli argini dell’Adige, un ecosistema sul quale è stata effettuata quella che si chiama “pulizia”, ma si è tradotta in uno scempio. Il taglio brutale è avvenuto in un appalto del Genio civile Se il criterio per la “pulizia” è il massimo ribasso, «non possiamo chiedere molto di più di quello che è stato fatto», spiega il presidente del Wwf di Rovigo Eddi Boschetti, in veste, tra l’altro, di addetto ai lavori. E quello che è stato fatto è l’abbattimento di centinaia di alberi, alcuni con tronchi con diametri di mezzo metro, altro che pulizia: le cataste lungo l’argine sono impressionanti. E in tanti si sono affacciati a guardare con sconcerto l’accaduto. Che poi, anche per il rischio idrogeologico, segare alle radici alberi che crescono lungo le sponde, è il contrario di quello che serve per rafforzare le arginature. La beffa è che cespugli e ramaglie sono state risparmiate e sono ancora lì, protese verso l’Adige.



I COMMENTI

Sulla vicenda, sulla quale il Comune non ha competenza, l’assessore all’Ambiente Dina Merlo non rilascia dichiarazioni, ma eloquente è il suo gesto di allargare le braccia. Boschetti, invece, entra nel merito: «Si tratta di un grosso appalto che prevede la pulizia dell’intero tratto arginale da Badia fino al mare. Da oggi (ieri, ndr) i lavori, eseguiti da Badia fino a Boara, sono stati sospesi e riprenderanno in autunno. Si tratta di lavori autorizzati dall’Unità organizzativa forestale della Regione perché periodicamente serve una messa in ordine delle alberature e questo avviene una tantum. Chiaramente l’impatto c’è, anche dal punto di vista naturalistico. Come associazione abbiamo concordato dei criteri con il Genio civile come quello di lasciare una percentuale di legno lungo l’argine e di non eseguire i tagli quando siamo nel pieno della nidificazione con in più una sospensione per riprendere i lavori in autunno. Bene, inoltre, che siano stati usati macchinari che non rovinano il fondo, visto che si tratta di un bosco ceduo: in qualche anno vedremo gli alberi come prima».

Lungo l’argine di Boara, però, l’impatto è stato diverso: lì si sta facendo una potatura. «A Boara sta intervenendo Veneto agricoltura - chiarisce Boschetti - ed è il mio cantiere. Noi lavoriamo con fondi regionali più ridotti che però non bastano per l’intero tratto. Quello che è negativo è che si usi il criterio dell’affidamento a ditte private: il privato, che paga anche una concessione per questi lavori, deve realizzare degli utili e li realizza tagliando il più possibile nei limiti delle prescrizioni».
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Il Gazzettino