In tre anni acquista 63 chili di botti su Whatsapp e finisce in carcere

Secondo la difesa, i botti non sarebbero di qualità e sono privi del marchio CE

Chions, acquista 63 chili di botti su whatsapp
CHIONS - La passione per i botti lo ha portato in carcere. Un epilogo che un carrozziere di Chions, Michele Gallinaro, mai avrebbe immaginato. Non si è reso conto che tutti...

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CHIONS - La passione per i botti lo ha portato in carcere. Un epilogo che un carrozziere di Chions, Michele Gallinaro, mai avrebbe immaginato. Non si è reso conto che tutti quegli artifizi pirotecnici - sulla bilancia 63 chilogrammi - per il Codice penale significa detenzione di esplosivi senza licenza. È con questa ipotesi di reato che il sostituto procuratore Marco Faion ha chiesto la convalida dell'arresto e l'applicazione di una misura cautelare. Ieri mattina Gallinaro, difeso dall'avvocato Marco Borella, è comparso davanti al gip Monica Biasutti. Ha spiegato tutto: il materiale lo ha accumulato in tre anni di acquisti e lo deteneva per sé, non per commercializzarlo. L'arresto fatto nel fine settimana dai carabinieri della stazione di Azzano Decimo è stato convalidato. Per quanto riguarda l'ipotesi di accusa, dovranno essere fatti ulteriori accertamenti per poterla sostenere, questa è la convinzione della difesa. Gallinaro, intanto, è tornato libero con un unico obbligo, quello della presentazione alla polizia giudiziaria.


LA VICENDA
Spiega l'avvocato Borella che Gallinaro il primo acquisto lo ha fatto su eBay. Erano i botti per festeggiare il Capodanno. Chi glieli ha venduti ha poi cominciato a offrirgli in continuazione i suoi prodotti. I due non si sono mai visti. L'unico contatto, dopo il primo acquisto su internet, era via WhatsApp, poi a Chions arrivava il corriere e consegnava il pacco. Il materiale veniva sistemato nel fienile, in un armadio che si trova in una stanza lontana dall'abitazione principale. L'ultimo contatto - osserva la difesa - risalirebbe a un mese fa, quando al carrozziere sono stati proposti dei botti per festeggiare l'ultimo dell'anno.


IL MATERIALE


Secondo la difesa, i botti non sarebbero di qualità e sono privi del marchio CE. «Sarà necessaria una perizia sulla natura della polvere pirica - osserva l'avvocato Borella - Non è detto che gli artifizi pirotecnici contengano 63 chilogrammi di esplosivo. Mi attiverò anch'io per nominare un consulente». Gallinaro li esplodeva con gli amici, ma spesso l'effetto non era quello che l'etichetta prometteva, bensì una delusione. Ed è per questo che la difesa punterà sulla perizia da affidare a un esperto di esplosivo. «Se emergerà che la polvere contenuta nei botti non è quella che si sospetta - afferma il legale - il fatto non sarà più ritenuto rilevante e si passerà a contestare l'ipotesi contravvenzionale».
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Il Gazzettino