TREVISO - Ha la figlia di tre anni stretta a sé quando, attraversando il giardino di casa, prima sente un odore acre e poi si imbatte in un uomo che tiene in mano una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL SABOTAGGIO DELL'AUTO
Due giorni prima di quel 10 febbraio a Miriam è accaduta un'altra cosa strana. Strana, e grave. Il sabato precedente la donna sta tornando da Conegliano, e dopo pochi chilometri si accorge che la sua auto perde sempre più stabilità. È preoccupata, Miriam. Ha un brutto presentimento. E si ferma in una autofficina di Volpago del Montello. Il meccanico si accorge subito che una delle ruote della vettura è priva di due bulloni. E a quel punto Miriam sbotta: «Com'è possibile? dice la donna. Ho sostituito tutti i pneumatici una settimana fa». Miriam, carattere tosto e tempra d'acciaio, chiama l'officina di Feltre. Il titolare le dà una risposta secca ma precisa: nessun gommista al mondo dimentica di avvitare due bulloni su una ruota. «Fatico ancora a crederci ci dice Miriam al telefono ma a questo punto c'è una sola conclusione possibile: qualcuno ha sabotato la mia auto. Qualcuno voleva farmi del male. Non ho parole Ho solo paura. E tanta paura».
L'AGGUATO
E qui Miriam non riesce a trattenere le lacrime. E ancora ignora cosa accadrà due giorni dopo. Possibile che i due fatti siano collegati? Che l'uomo con la tanica di acido c'entri anche con i bulloni svitati? Due episodi, una sola mano? Al momento domande senza risposta, e un mistero che deve ancora trovare soluzione. E allora nel tentativo di capire qualcosa in più torniamo su quanto accade a Miriam il 10 febbraio. E' un lunedì. Quella mattina la donna, dopo alcune commissioni, rientra alle 10.30. Quindi, una volta parcheggiata l'auto e presa la bimba in braccio, si avvia verso il portone d'ingresso. Ma passo dopo passo dal giardino si alza un odore sempre acre. Erba, piante e cordoli sono tutti bagnati. Qualcuno ha sparso acido su tutto il giardino dove tra l'altro la figlia trascorre il tempo a giocare. Miriam comincia a sudare, e quando solleva gli occhi da terra incrocia quelli di un uomo, a volto scoperto ma con un recipiente pieno di acido tra le mani. «Forse è stata una questione di secondi, ma quel faccia a faccia mi ha gelato il sangue. Pensavo volesse gettarmelo addosso, colpire me e la piccola. Lentamente ho appoggiata a terra la bimba, e le ho detto di allontanarsi senza toccare nulla perché c'era veleno ovunque». A Miriam non è mai mancato il coraggio e, da brava ballerina quale è stata, ha saputo cogliere il passo incerto, l'istante insicuro, il momento debole dell'uomo che aveva di fronte a sé. E si è avventata su di lui.
«Dove ho trovato il coraggio? In quel momento ho sentito una forza che non immaginavo di avere. Ho pensato a tutte le donne vittime dell'acido, e poi all'emozione che ho provato 5 giorni prima guardando Sanremo. Mi ha commosso l'interpretazione di Jessica Notaro (una delle vittime dell'acido) che con Antonio Maggio ha cantato la faccia e il cuore». Così Miriam è riuscita a strappare la tanica dell'acido a quell'uomo misterioso. E a salvare se stessa, e soprattutto la figlia. Miriam non sa cosa possa collegare i due terribili episodi. «Non nascondo la mia preoccupazione - afferma il legale della donna, l'avvocato Daniele Panico -. La mia assistita ha denunciato episodi gravi e circostanziati. E grazie ad una telecamera è riuscita a documentare i fatti. L'uomo con l'acido? La procura di Treviso e i carabinieri stanno cercando di risalire ai responsabili, e renderli, inoffensivi. A me personalmente preme che Miriam e sua figlia possano vivere serene e tranquille in un periodo, causa Coronavirus, che già rende la vita difficile a ognuno di noi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino