Abusi in seminario, minacce al prof che ha denunciato:«Sai cosa succede se parli»

Abusi in seminario, minacce al professore che ha denunciato:«Sai cosa succede se parli»
Professore vittima di abusi sessuali mentre frequentava il seminario vescovile di Treviso. Le ultime notizie sul caso di Gianbruno Cecchin che ha reso pubbliche le violenze e le...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Professore vittima di abusi sessuali mentre frequentava il seminario vescovile di Treviso. Le ultime notizie sul caso di Gianbruno Cecchin che ha reso pubbliche le violenze e le minacce, dicendo anche di avere un diario nel quale ha annotato tutto quello che è successo. Oggi alla sua vicenda si aggiunge un tassello.


Violenza sessuale e minacce aggravate. Queste le ipotesi di reato indicate nell'esposto che questa mattina l'avvocato Laura Bortolamei depositerà alla Procura della Repubblica del Tribunale di Padova, per conto del suo assistito, Gianbruno Cecchin, 48 anni, di Galliera Veneta ma domiciliato a Verona. L'uomo nei giorni scorsi ha reso pubblici, a 29 anni di distanza, abusi sessuali e minacce, che, a suo dire, avrebbe subito durante l'anno di frequentazione, dopo il diploma di scuola superiore, del seminario di Treviso. Aveva 19 anni. Chiamati in causa don Paolo Carnio, attuale guida della parrocchia di San Donà di Piave (Venezia) e don Livio Buso, parroco di San Martino di Lupari (Padova).

Abusi in seminario, lettera con 150 firme a sostegno dei due preti accusati

Quest'ultimo dal pulpito si è dichiarato assolutamente estraneo alle accuse, ha invitato a pregare per lui e per Cecchin, che ha denunciato per calunnia e diffamazione. Nessuna dichiarazione invece da parte dell'altro sacerdote. «Con il mio legale stiamo valutando di denunciare anche il vescovo di Vittorio Veneto - afferma Cecchin - è intervenuto sulla stampa senza conoscermi esprimendo giudizi fortissimi».
 
Nell'esposto sono indicati undici episodi di presunta violenza avvenuti tra il seminario trevigiano e la casa alpina ad Auronzo di Cadore e le minacce subite attraverso due lettere, un incontro con una persona ed una telefonata. È allegata poi la lettera che Cecchin ha reso pubblica dopo averla inviata, il 16 dicembre scorso, al vescovo di Treviso e poi al Papa, a due cardinali e ai due precedenti vescovi della Marca. Ci sono poi le due lettere di minacce che Cecchin esibisce: due fogli scritti al computer che per lui sono sufficienti a provare le intimidazioni. 

DOCENTE
«Le minacce via lettera, incontro e telefonata - dichiara Cecchin che è docente a contratto in alcune università del Nordest di filosofia, antropologia filosofica, bioetica e deontologia professionale per professioni sanitarie - sono avvenute nel 2012 quando don Livio è giunto a San Martino di Lupari, a pochi chilometri da dove abito. La seconda lettera, sempre nella cassetta della posta della mia abitazione, è stata trovata il 13 gennaio di quest'anno».

Scorrendo l'esposto, ecco i dettagli delle minacce. «Ora che siamo più vicini, lo sai se parli cosa ti succederà, stammi lontano», c'è scritto in una delle due lettere. Ma nell'esposto si legge ancora: «Due mesi dopo a cento metri da casa mia sono stato fermato da un uomo sui 50 anni che non conosco che mi ha detto lo sai vero che se parli di quello che ti è successo in seminario sei morto, mi ha detto di dirti don Livio Buso che tu conosci bene. E dopo quattro mesi una telefonata con voce maschile: ti abbiamo visto a San Martino di Lupari, cerca di stare lontano da don Livio, perché sai cosa può succedere se parli».


Si legge nella seconda lettera arrivata a diversi anni di distanza: «Sabato sera ti abbiamo visto che eri a San Martino di Lupari. Ti ricordiamo di stare lontano dal paese e da don Livio Buso. Lo sai che se parli sei morto». Sottolinea Cecchin: «Non ho denunciato perchè dovevo ancora riuscire a buttare fuori questa violenza. Sono riuscito a farlo grazie al mio compagno. Con lui ho progetti importanti e per affrontarli avevo bisogno di togliermi questo peso enorme. Sto ricevendo tantissima solidarietà. Nel mio caso le violenze sono prescritte. Ho perso la fede, ho chiesto di venire cancellato dal registro dei battezzati, ho scritto che in Vaticano e in seminario c'è Satana, ma non sono contro il Papa. Non temo ritorsioni o violenze. Mi hanno denunciato? Benissimo, avrò il piacere di guardarli negli occhi e dire tutto di fronte ai giudici».
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino