Anche l'abbazia di Follina vittima dei ladri: rubato l'incasso del negozio di souvenir

Anche l'abbazia di Follina vittima dei ladri: rubato l'incasso del negozio di souvenir
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FOLLINA (TREVISO) - Trenta furti in un giorno, 350 in venti. Sono i dati delle ultime settimane nella Marca. Sconfortanti nella misura in cui l'impegno delle forze dell'ordine nelle azioni di contrasto è massimo. Ma ieri, non sono state le abitazioni l'obiettivo dei ladri, bensì l'abbazia di Follina. La denuncia dell'accaduto è del diacono Costantino Cusinato che, con altri volontari, gestisce il negozio di souvenir che si trova nel chiostro dell'abbazia. Ignoti si sono introdotti nel locale scassinando la porta e si sono impossessati del denaro rimasto in cassa dalla sera precedente. 

 
ENORME AMAREZZAIl furto in sè è grave perchè è stato violato senza ritegno perfino un edificio sacro. Lo è ancor di più perchè gli incassi del negozietto sono destinati alle spese di manutenzione dell'intero complesso monastico. L'amarezza, dunque, è enorme non solo tra i monaci dell'abbazia ma anche tra i fedeli. Il furto sarebbe stato compiuto nella notte fra sabato e domenica. É stato lo stesso Cusinato ad accorgersi che i ladri erano penetrati nel piccolo emporio quando attorno alle 10 lo ha aperto. In ritardo rispetto alle altre domeniche perchè alle 9, che sarebbe stato l'orario di apertura, era in corso una funzione religiosa con tanto di battesimi. Dopo la scoperta il diacono è andato dai carabinieri a sporgere denuncia. Non è la prima volta che l'abbazia viene presa di mira, soprattutto le cassette per le offerte. Ma nessuno prima d'ora aveva mai derubato il negozio di souvenir.
ALTRI PRECEDENTIIl colpo più doloroso risale al 2015 quando venne rubata la corona dorata (copia dell'originale, ndr) della Madonna del Sacro Calice, assieme a una teca porta ostie, piattino dorato che era privo di particole consacrate, trafugata dal tabernacolo. Il furto, secondo le testimonianze, era stato messo a segno tra le 8 e le 9 del mattino. Nel novembre 2013, quindi due anni prima, i ladri avevano già rubato la corona, anche allora una copia. Fortunatamente il gioiello originale, in oro e pietre, era conservato in un luogo protetto. I ladri si erano così fatti ingannare dal luccichio della copia, come pure hanno creduto che la teca fosse in oro.

Neppure l'abbazia dunque si è salvata dall'ondata di furti dell'ultimo periodo che ha portato la gente a formare gruppi di controllo, non sempre autorizzati, pur di evitare che le scorribande continuino. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino