TREVISO - Tre milioni l'anno di perdita, e solo per il tratto autostradale compreso tra i caselli di Treviso Sud e Treviso Nord. Questo il conteggio fatto dalla Società...
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Per prima cosa una mossa del genere creerebbe un problema, per così dire, politico: oltre al danno economico per la società, cedere alle richieste di Treviso - per non parlare di quei sindaci che vorrebbero l'autostrada libera fino a Conegliano - significherebbe creare un precedente. Società Autostrada gestisce molti tratti autostradali, in varie parti d'Italia, che hanno le stesse caratteristiche di quello trevigiano. E dire sì ai trevigiani, autorizzerebbe anche tanti altri sindaci a fare lo stesso. E anche per questo la Società sul punto non ha mai mostrato segni di cedimento. Non a caso il tratto di A/27 non è stato liberalizzato nemmeno per i dieci giorni di chiusura del ponte bailey tra Nervesa e Susegana spazzato dal Piave ingrossato dall'ondata di maltempo di fine ottobre, anche se in questo caso Autostrade ha precisato di non aver mai ricevuto alcuna richiesta ufficiale.
NUMERI IMPIETOSI
Poi ci sono i conti. Che non lasciano scampo. Gli 11 chilometri che separano Treviso Nord da Treviso Sud sono molto redditizi. Nella lettera viene dipinto un quadro che non lascia molte speranze al partito della A/27 gratuita. Ogni giorno, tra i due caselli, transitato 2.250 veicoli che producono introiti per circa 700mila euro all'anno, di cui 200mila vanno allo Stato sotto forma di Iva e canone di concessione. Autostrade calcola che, anche considerando solo le autovetture, la perdita lorda sarebbe di 500mila euro. Ma il discorso è più ampio: «Il traffico che interessa la tratta autostradale - dice Società Autostrade - tra gli svincoli Treviso Sud e Treviso Nord serve peraltro un bacino di utenti non prettamente comunale ma provinciale». E poi ci sono i pendolari. Quindi i transiti sono molti di più. I tecnici della società hanno calcolato che, mediamente, chi percorre gli 11 chilometri tra i due caselli, percorre una distanza giornaliera di circa 50 chilometri. E quindi quella tratta ha un peso economico elevato. E introducendo la liberalizzazione in quella tratta, spiega Autostrade, gli utenti sarebbero spinti a utilizzare il tratto gratuito e poi uscire e rientrare «pagando un pedaggio ridotto di almeno il 20% rispetto a quello attuale». «Questi movimenti di stazione impropri, che potrebbero interessare 2,6 milioni di transiti/anno di Treviso Sud diretti a nord e 3,7 milioni di transiti/anno Treviso Nord diretti a sud, determinerebbero ingenti perdite di introiti».
CHI PAGA?
Tutta questa mole di dati porta a una sola conclusione: i mancati introiti sarebbero alti. Autostrada arriva alla cifra di tre milioni all'anno ipotizzando che solo il 50% degli utenti faccia entra e esci dall'autostrada. Si tratta di un conto benevolo, che potrebbe anche essere di molto superiore. E Società Autostrade non intende, ovviamente, perderci. Quei soldi, insomma, qualcuno dovrebbe metterli. Impossibile pensare che possa essere il Comune a farlo, non nella situazione attuale. La lettera, su questi temi, è molto chiara: la liberalizzazione ha un costo, elevato. Se ne può parlare, ma senza prescindere dalla necessità di non andare in perdita, senza contare il pericolo (per Autrostrade ovviamente) di creare dei precedenti. E questo ostacolo dovrà essere superato non solo da Treviso, che con la tratta Treviso Nord-Treviso Sud libera potrebbe affrontare con ben altro umore questioni fondamentali come Quarto Lotto della tangenziale e Terraglio Est, ma anche da tutti quei comuni compresi tra Treviso e Conegliano.
Paolo Calia Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino