Scoppia il "caso 25 aprile": l'Anpi organizza un corteo parallelo

Cerimonia alla Risiera di San Sabba
TRIESTE - Il 25 aprile, la festa della Liberazione continua a dividere. E scoppia il caso Trieste, dopo che il sindaco Roberto Dipiazza ha deciso, già fin dall'anno...

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TRIESTE - Il 25 aprile, la festa della Liberazione continua a dividere. E scoppia il caso Trieste, dopo che il sindaco Roberto Dipiazza ha deciso, già fin dall'anno scorso, di non dare la parola alle associazioni dei partigiani, per consentire una "celebrazione condivisa". Ma l'Anpi non ci sta: non parteciperà alla cerimonia ufficiale del Comune di Trieste organizzata alla Risiera di San Sabba in occasione del 25 aprile. Assieme alla Cgil e ad altre associazioni partigiane, promuoverà un corteo parallelo che partirà nei pressi della Risiera, per accedervi solo «quando la cerimonia sarà finita».


Si tratta di una «decisione sofferta», afferma il presidente provinciale dell'Anpi, Fabio Vallon, ma « Trieste è l'unica città capoluogo dove durante la cerimonia ufficiale non viene data la parola alle organizzazioni che rappresentano chi la lotta di Liberazione l'ha fatta». Nell'elenco degli interventi manca appunto quello delle associazioni. Con il corteo «vogliamo dare un segnale di cambiamento, perché l'anno prossimo si arrivi a una manifestazione dignitosa». «Da un paio di anni - spiega Vallon, che oggi ha convocato anche una conferenza stampa - chiediamo la modifica del programma della cerimonia» perché venga dato spazio di parola anche alle associazioni. «Quest'anno abbiamo avuto di nuovo il diniego del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che non accetta cambiamenti» al cerimoniale e considera l'evento «solo un atto burocratico». «Il 25 aprile non è un derby come ha detto Matteo Salvini, ma la festa fondante dei valori della Repubblica italiana e della Ue», insiste Vallon. «Serve più rispetto dell'Anpi e delle associazioni partigiane». Il corteo sarà aperto «da uno striscione storico con la scritta Viva la Resistenza in italiano e sloveno» e sarà «pacifico - conclude - democratico e non violento».


IL SINDACO DI TRIESTE
«Il 25 aprile non è una festa di compleanno dove ognuno può fare ciò che crede, è una cerimonia istituzionale ufficiale della Repubblica e chi non vi partecipa si mette fuori da solo, non c'è altro da commentare». Lo scrive in una nota il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, commentando la decisione di Anpi, Cgil e altre associazioni partigiane di non partecipare alla cerimonia.

IL GOVERNATORE DEL FRIULI VG

«Dopo queste polemiche e le dichiarazioni fatte da Anpi e da sigle di sinistra ed estrema sinistra, annuncio ufficialmente che il 25 aprile sarò in Risiera, perché esiste una memoria di tutti e non solo una memoria che ha le bandiere rosse». Lo ha detto oggi a Udine il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commentando le polemiche sul 25 aprile scoppiate dopo l'annuncio di Anpi, Cgil e altre associazioni partigiane che non parteciperanno alle cerimonie ufficiali che si terranno alla Risiera di San Sabba ( Trieste) e scegliendo di organizzare un corteo in contemporanea e a poca distanza dall'appuntamento istituzionale. «Se queste sigle e l'Anpi non vengono alla Risiera - ha aggiunto - vogliono evidentemente continuare a portare avanti una memoria di parte, esclusiva e non inclusiva, che non cerca di riappacificare, ma di continuare ad accendere gli animi. E invece - ha aggiunto - la memoria appartiene anche ai partigiani bianchi, i cattolici che si sono battuti per la Liberazione, a chi ha patito le persecuzioni durante il nazi-fascismo come gli Ebrei. Non penso che ci siano morti o perseguitati di serie A o di serie B - ha concluso - e per questo sarò in Risiera il 25 aprile».

L'APPELLO DELLA CISL

«Mi auguro che Anpi, Cgil, Anppia, Aned e Arci facciano marcia indietro e partecipino alla manifestazione alla Risiera: i valori della Resistenza non possono essere sfrattati da calcolo politico, antipatia, da un credo diverso e nemmeno essere banalizzati con superficialità, specie dalle istituzioni». Lo afferma in una nota il segretario generale della Cisl del Friuli Venezia Giulia, Alberto Monticco. «Per la mia storia personale e soprattutto per il sindacato che rappresento - continua Monticco - non posso che guardare con preoccupazione al riemergere di succhi gastrici che parlano di intolleranza, che indicano la solidarietà come malattia, che guardano con indifferenza ai tanti mali che ci segnano, inneggiando, nel contempo, al motto noi prima degli altri». «Come Cisl condanniamo tutto questo, così come l'idea di dividere la Festa della Liberazione. L'ex campo di sterminio nazista diventato monumento nazionale dà il compito a noi cittadini del Friuli Venezia Giulia, di abitare questa tremenda ex-prigione, con la nostra presenza, la nostra storia, il ricordo delle vicende e dei caduti per la libertà, ma anche con le nostre speranze», ha poi concluso.


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Il Gazzettino