Venezia, solo 15 medici fiscali: controlli col contagocce. «Su 250mila certificati di malattia, 11mila le visite»

Venezia, solo 15 medici fiscali: controlli col contagocce. «Su 250mila certificati di malattia sono 11mila le visite»
VENEZIA - In un caso su dieci, chi riceve la visita del medico fiscale non si fa trovare a casa. Un migliaio di lavoratori che hanno prodotto il certificato di malattia ma che, di...

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VENEZIA - In un caso su dieci, chi riceve la visita del medico fiscale non si fa trovare a casa. Un migliaio di lavoratori che hanno prodotto il certificato di malattia ma che, di fatto, non risponde al campanello saltando il controllo. L'Inps provinciale di Venezia fa sapere che a fronte di più di 250mila certificazioni di malattia da lavoro prodotte nel 2022, sommando privato e pubblico, l'anno scorso sono state 11.268 le visite mediche di controllo domiciliare effettuate, non molte di più delle 10.699 realizzate in tutto il 2021.

VISITE FISCALI

«Numeri alla mano, le visite sono circa il 5% delle certificazioni. Su questo versante, i dati degli ultimi due anni sono stabili», rileva il direttore provinciale Petrosino spiegando che «in media circa una volta su dieci il lavoratore oggetto di controllo non viene trovato nella finestra d'orario in cui ha obbligo di reperibilità nella sua residenza o comunque nel domicilio indicato nel certificato dal medico di medicina generale. In questi casi si procede alla notifica dell'avviso di mancato incontro e alla convocazione per la successiva visita ambulatoriale nella sede e negli orari previsti. A quest'ultima si presentano praticamente tutti i lavoratori convocati e possiamo affermare che le sanzioni relative alla perdita del diritto alla malattia si applicano solo in una quota residuale».

CARENZA DI ORGANICO

La fetta dei controlli è dunque piuttosto contenuta anche perché in questo momento l'Inps può contare solo su 15 medici fiscali. Pochi, come si vede, rispetto al fabbisogno reale, tanto che le visite mediche di controllo domiciliare vengono in un certo senso pre-selezionate tramite un algoritmo che permette di incrociare i dati sulla diagnosi (la malattia riscontrata) e quelli di prognosi (la previsione di decorso), indicando in quali casi appare opportuno procedere al controllo. La legge stabilisce che i lavoratori del settore privato devono essere reperibili dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19; quelli del settore pubblico dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, per tutti anche nei giorni festivi, di sabato e domenica. C'è un altro dato interessante che emerge: riguarda la quasi perfetta corrispondenza tra quanto scrive il medico di medicina generale e quello che viene constatato dal medico fiscale all'atto della visita.

«Solo in circa l'1,5% dei casi, circa 200, quest'ultimo accorcia la prognosi di malattia annota Petrosino Questo denota che il sistema funziona correttamente. Se qualcuno mi chiedesse se ci sono furbetti dalla malattia facile, per la mia esperienza risponderei di no». Va ricordato che durante la malattia può essere cambiato l'indirizzo di reperibilità e può essere anticipato il rientro al lavoro, purché siano eseguite le relative comunicazioni all'Inps e al datore di lavoro. Attenzione, perché è altrettanto utile ricordare che, nel caso di dipendente privato, il medico può esonerare dall'obbligo di reperibilità in due casi: quando si assumono terapie salvavita, purché l'assenza dal lavoro riguardi proprio la malattia per cui queste sono somministrate, e situazioni di invalidità riconosciuta almeno del 67%. Spetta al medico di medicina generale specificarlo in sede di rilascio del certificato negli appositi campi, determinando in via automatizzata l'applicazione dell'esonero. Fermo restando che, se la visita medica domiciliare dovesse essere effettuata a fronte di fattispecie che avrebbero invece previsto l'esonero, l'Inps non considera l'esito né ai fini di un'eventuale idoneità né con riferimento a sanzioni per possibile assenza che viene giustificata d'ufficio.
 

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Il Gazzettino