Dodicenne scrive alla mamma dottoressa guarita: «Eroi anche noi che ci preoccupiamo per voi​»

La dottoressa Rita Marchi con il figlio Mauro, prima di questo difficile periodo
PADOVA - «Vorrei dire a tutti i figli dei tuoi colleghi, degli infermieri e di tutto il personale ospedaliero che i veri eroi siamo noi che vi aspettiamo ogni giorno a casa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PADOVA - «Vorrei dire a tutti i figli dei tuoi colleghi, degli infermieri e di tutto il personale ospedaliero che i veri eroi siamo noi che vi aspettiamo ogni giorno a casa e ci preoccupiamo per voi. Però in fondo in fondo siamo tanto, tanto orgogliosi di voi. Ciao, Mauro». Si conclude così la lettera che un ragazzino di 12 anni ha scritto alla mamma, dottoressa dell'ospedale di Schiavonia che ha finalmente potuto riabbracciare a casa, dopo che era stata ricoverata, e quindi isolata in convalescenza, per il Covid-19. Parole toccanti, diffuse dall'Usl 6 Euganea, per ringraziare "gli 8mila dipendenti e i loro familiari, che ogni giorno li aspettano a casa".


La madre del dodicenne è Rita Marchi, responsabile dell'area semi-intensiva del Covid Hospital di Schiavonia. Il ragazzo ricorda l'incubo iniziato a metà marzo, quando gli comunicarono che la madre era positiva, e non poteva rientrare a casa: «quasi due mesi di continui spostamenti e traslochi e le lacrime trattenute per non sembrare il solito bambino che si mette a piangere». Poi le videochiamate in ospedale «dove riuscivo a vedere le flebo anche se tu cercavi di non inquadrarle» e infine la gioia per il ritorno a casa della mamma. Così che, dopo un pò, l'adolescente ritorna tale e vuole mostrarsi indipendente: «Adesso mi fa strano - scrive - non vederti con il camice, in reparto. Quindi lancio un appello ai tuoi capi: per favore riprendetevela che ormai a casa ha già dato, non sa cucinare e mi fa studiare».

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino