Ucina in difesa della nautica. De Maria: «Genova cresce, ma il sostegno al Made in Italy diventi strutturale»

Il salone di Genova
GENOVA - E’ una primavera densa di appuntamenti importanti per Ucina, impegnata a sostenere le aziende del comparto nautico aderenti a Confindustria con una serie di...

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GENOVA - E’ una primavera densa di appuntamenti importanti per Ucina, impegnata a sostenere le aziende del comparto nautico aderenti a Confindustria con una serie di iniziative che vanno dalla rappresentanza negli organismi internazionali alla promozione del Salone di Genova (19-24 settembre), fino alla partecipazione agli eventi fieristici organizzati in Europa, Asia e America.

 

Proprio in questa ottica la presidente Carla De Maria ha preso parte alla presentazione, presso la Deloitte Greenhouse di Milano, della ricerca intitolata “Le fiere come strumento di internazionalizzazione del Made in Italy”. Un evento che ha coinvolto anche altri settori, ma che ha dedicato un focus specifico al Salone nautico di Genova.

Nell’occasione la leader della storica organizzazione confindustriale della nautica ha osservato: ”Il piano straordinario per il Made in Italy dovrebbe trasformarsi da straordinario a ordinario, dovrebbe cioè diventare uno strumento strutturato per le aziende. E’ importante – ha aggiunto De Maria – evitare la frammentazione delle risorse pubbliche, concentrandole nelle manifestazioni di riferimento di settore individuate attraverso precisi criteri di rappresentatività”.

Interpretazioni maliziose hanno individuato nelle parole della presidente di Ucina una critica non troppo velata ai finanziamenti pubblici concessi da ICE Agenzia e ministero dello Sviluppo Economico al Versilia Yachting Rendez-vous organizzato dai rivali di Nautica Italiana. Parlando di Genova, comunque, la presidente di Ucina ha ricordato che in vista della 59° edizione si è registrato, già nei primi 10 giorni di apertura delle iscrizioni, un aumento del 12% di richieste di partecipazione, per la maggior parte provenienti dall’estero, in particolare da UK, Germania e Polonia.

L’impegno sul fronte straniero ha visto Ucina impegnata anche a Hong Kong, per il primo incontro tra ICOMIA (l’International Council Of Marine Industry presieduto dal vice di Demaria, Andrea Razeto) e la neonata Hong Kong Boat Industry Association. Nell’occasione, Razeto ha ricordato che “quello di Hong Kong è considerato uno dei mercati asiatici più maturi per la nautica da diporto” e che “i paesi asiatici rappresentano la principale area di crescita al mondo. Negli ultimi trent’anni – ha aggiunto - la maggior parte delle economie asiatiche sono cresciute e, negli ultimi dieci anni, il Pil dei paesi asiatici è cresciuto del 5-10 per cento l’anno, molto più alto di quello dell'Europa e degli Usa. Di conseguenza, un tenore di vita in rapido aumento sta creando in Asia una nuova classe media che ha un reddito disponibile crescente da spendere per le attività del tempo libero”.
 


Il 22 marzo, infine, Ucina ha partecipato all’incontro svoltosi nella sede della Commissione Europea, a Bruxelles, sulla direttiva 2013/53 che regolamenta la riduzione delle emissioni nocive di imbarcazioni da diporto e moto d’acqua in favore della salvaguardia ambientale. Nell’occasione sono state discusse integrazioni e modifiche da apportare alla normativa entrata in vigore due anni fa. “In particolare – ha spiegato Stefano Pagani Isnardi, responsabile dell’Ufficio Studi di Ucina - i tecnici del gruppo di lavoro, assieme ai rappresentanti di ICOMIA ed EBI (European Boating Industry) hanno avviato gli studi per valutare la possibilità di ridurre ulteriormente i livelli di emissione dei gas di scarico e introdurre nuovi limiti alle emissioni”.







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Il Gazzettino