MARANELLO - Il 2019 della Ferrari parte con la svolta. Mattia Binotto, il papà della SF71H, la monoposto della scorsa stagione con cui Sebastian Vettel aveva fatto sperare...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Fra i reparti della fabbrica si respirava un’atmosfera di tensione e di incertezza già nelle scorse settimane, prima delle festività natalizie. Poi la svolta, con il mancato rinnovo del contratto di Arrivabene, che fino a settembre sembrava saldamente in sella». La figura di Binotto a capo della scuderia Ferrari è quella del predestinato: nei piani di Marchionne sarebbe dovuta finire proprio così. Il compianto ex presidente del Cavallino Rampante aveva già deciso di puntare per il futuro su Binotto a capo della Gestione Sportiva.
Fra loro c’era un filo diretto per le scelte tecniche e non solo. Marchionne si rivolgeva direttamente all’ingegnere di natali svizzeri, che aveva acquistato potere essendo fra i grandi artefici del rilancio della scuderia dopo il primo, fallimentare anno con i motori V6 ibridi. Suo il merito d’aver riportato la Rossa davanti alla Mercedes in termini di prestazioni in gare e in qualifica almeno per la prima parte della stagione che si è poi conclusa, però, con il trionfo delle Stelle d’Argento e del quattro volte campione del mondo Lewis Hamilton. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino