Pirelli, volano i conti: nel semestre ricavi +24,6% e utile +77%, alza target. Per l’anno attesi ricavi tra 6,2 e 6,3 miliardi

Pneumatici di F1 Pirelli
MILANO - Pirelli chiude un semestre record con ricavi in crescita del 24,6% a 3.197 milioni di euro e un utile netto a 233 milioni (+77,1%). Con questi risultati il gruppo...

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MILANO - Pirelli chiude un semestre record con ricavi in crescita del 24,6% a 3.197 milioni di euro e un utile netto a 233 milioni (+77,1%). Con questi risultati il gruppo annuncia un rialzo dei target «grazie all’efficacia del modello di business e delle misure per compensare lo scenario esterno». Ora, si legge in una nota, i ricavi per l’anno sono attesi tra 6,2 e 6,3 miliardi di euro circa (da 5,9 e 6 miliardi) e la generazione di cassa netta ante dividendi compresa fra 450 e 470 milioni (450 milioni) grazie alla crescita dell’Ebit adjusted ed una efficace gestione del circolante. Per rispondere alle sfide macroeconomiche Pirelli si è fatta scudo dei «programmi chiave» del piano industriale.

Quello commerciale con il consolidamento dell’alto di gamma che ha portato a un miglioramento record del rapporto prezzo/mix (+20,4%); quello innovazione con circa 160 omologazioni tecniche e 4 nuove linee di prodotto; il programma Competitività con benefici lordi per 51,7 milioni di euro (circa il 35% dell’obiettivo annuale di 150 milioni); il programma Operations con una saturazione degli impianti pari a circa il 90% e l’avvio della produzione di pneumatici da bicicletta nello stabilimento di Bollate; il programma Digitalizzazione che avvia la copertura delle principali fabbriche con la tecnologia Industrial Internet of Things e completa la Cloud Strategy. Uno sguardo alla Russia dove Pirelli ha sospeso gli investimenti con eccezione di quelli destinati alla sicurezza.

«La Russia nel 2021 rappresentava il 3% del fatturato, incidenza sostanzialmente invariata anche nel primo semestre 2022 - sottolinea una nota - e circa l’11% della capacità car di gruppo, principalmente standard e per circa la metà dedicata all’export». Per mitigare l’impatto del conflitto ha «orientato la produzione al mercato domestico; identificato fonti alternative sui flussi import/export, con la progressiva attivazione delle forniture di prodotti finiti dalla Turchia e dalla Romania in sostituzione dell’export russo verso i mercati europei e il ricorso a fornitori di materie prime prevalentemente locali in sostituzione dei fornitori europei; diversificato i fornitori di servizi logistici al fine di assicurare la continuità delle forniture di prodotti finiti e di materie prime; garantito il supporto finanziario attraverso banche locali». 

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Il Gazzettino