Nissan-Renault-Mitsubishi: l’unione resta. Conferenza top manager Alleanza per impegno dopo vicenda Ghosn

Il simbolo dell'Alleanza Nissan-Renault-Mitsubishi
TOKYO - I dirigenti di Nissan, Renault e Mitsubishi Motors, riuniti per la prima volta dopo l’arresto dell’ex presidente Carlos Ghosn, hanno affermato di «essere...

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TOKYO - I dirigenti di Nissan, Renault e Mitsubishi Motors, riuniti per la prima volta dopo l’arresto dell’ex presidente Carlos Ghosn, hanno affermato di «essere assolutamente intenzionati a mantenere intatta l’alleanza tra le tre case auto». Le discussioni hanno avuto luogo tramite una conferenza video, in cui erano presenti il presidente di Nissan Hiroto Aikawa, l’amministratore delegato di Mitsubishi Osamu Masuko, e il direttore generale a titolo provvisorio di Renault, Thierry Bolloré. La conferenza è coincisa con un incontro tra altri rappresentanti delle società ad Amsterdam. In un comunicato i dirigenti hanno espresso il loro giudizio favorevole sul successo dell’alleanza negli ultimi 20 anni e l’impegno a rimanere uniti nell’intesa di gruppo.


Dopo lo scandalo dell’arresto di Ghosn, secondo i media giapponesi la casa nipponica aspira ad una maggiore autonomia nei confronti della casa transalpina. Una delle clausole che potrebbe essere messa in discussione è la regola che riserva una posizione di vertice per un dirigente della Renault nella catena di comando dell’azienda giapponese. Malgrado la Nissan abbia contribuito negli ultimi anni a circa il 50% dell’utile netto di Renault, la casa francese controlla il 43,4% di Nissan - che a sua volta possiede il 15% in Renault, ma senza i diritti di voto, e il 34% in Mitsubishi Motors. Lo scorso martedì il ministro delle Finanze francese, Bruno La Maire, aveva smentito la possibilità di una modifica dello statuto della Renault - in cui il governo di Parigi ha una partecipazione del 15% - con i partner giapponesi.


Carlos Ghosn è stato arrestato il 19 novembre con l’accusa di aver falsificato documenti relativi ai suoi compensi finanziari, assieme uno dei direttori operativi, lo statunitense Greg Kelly. Secondo l’agenzia Kyodo il tribunale si appresta a prolungare il suo fermo in prigione dopo la scadenza di venerdì. Il sistema legale giapponese, infatti, consente al pubblico ministero l’arresto e la detenzione fino a 23 giorni per le persone sospettate di un reato, prima che venga formalizzata un’incriminazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino