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Una distesa di ghiaccio e una Lamborghini Huracán da 640 cavalli possono andare d’accordo? Contro ogni aspettativa la risposta è sì, e anche parecchio. A dimostrarlo è l’Accademia Neve, appuntamento fisso (e molto atteso) del calendario di Esperienze organizzate dal costruttore di Sant’Agata Bolognese, nato nel 2012 e che continua ad avere la sua location di riferimento nel ghiacciodromo di Livigno (SO). Non un normale corso di guida, anzitutto perché quando c’è di mezzo il nome Lamborghini è difficile avere a che fare con qualcosa di ordinario. L’evento, infatti, permette di mettersi al volante della migliore produzione del “Toro”, come Huracán EVO, Huracán EVO RWD, Huracán Tecnica e Huracán STO, senza dimenticare le Urus e Urus Performante. Fiumi di cavalli che si aspetterebbero di essere lanciati a briglia sciolta in un circuito, e invece si trovano a dover procedere “come sulle uova”, su fondi dove l’aderenza è a dir poco precaria. In realtà il paradosso è solo apparente in quanto, grazie ad alcuni espedienti come gli speciali pneumatici chiodati, le Lambo riescono a trasformarsi in abili pattinatrici su ghiaccio, la cui danza – oltre a far divertire chi sta al volante – ha un fine formativo. La necessità di centellinare l’enorme potenza a disposizione, infatti, permette di affinare la sensibilità di guida e le capacità di controllo del veicolo, in modo da imparare a padroneggiare il proprio mezzo nell’uso quotidiano, che sia o meno una Lamborghini (si tratta comunque di un evento che, per esclusività, si rivolge principalmente ai proprietari, potenziali proprietari o appassionati del marchio di Sant’Agata Bolognese). Il tutto senza dimenticare l’aspetto luxury dell’esperienza, in ossequio al quale Lamborghini coccola i partecipanti con un soggiorno all’insegna del wellness e del buon cibo nelle migliori strutture di Livigno.
Dopo un rapido briefing, la tre giorni entra nel vivo con l’inizio degli esercizi pratici.
L’Accademia Neve entra nel vivo con il passaggio alle Urus e Huracán dotate di pneumatici chiodati. I controlli elettronici si staccano quasi subito e si inizia a fare sul serio. Con le montagne sullo sfondo a fare da testimoni, i bravissimi istruttori (tutti piloti professionisti impegnati nel motorsport con Lamborghini) ci esortano a lasciar cadere ogni freno psicologico e a “tenere l’auto di traverso curvando con l’acceleratore, invece che con lo sterzo”. Relativamente facile per l’Urus, decisamente più complicato con vetture specialistiche come la Huracán STO, a trazione posteriore e pronte a smascherare un guidatore inesperto. Gli inevitabili testacoda sono imbarazzanti ma sempre innocui, ed è proprio questo il bello dell’Accademia Neve. Grazie al fondo ghiacciato, infatti, i limiti di tenuta si abbassano e diventa più semplice e sicuro superarli, rimanendo all’interno di velocità gestibili, nonché in un ambiente controllato e attrezzato. Alla fine quello che si impara è che da un grande potere derivano grandi responsabilità: se si ha il privilegio di guidare una Lambo bisogna essere in grado di domarla in ogni condizione. Responsabilità che un po’ tutti vorrebbero avere.
Il Gazzettino