Le flotte puntano sulla telematica ma gli utenti temono per la privacy

Le flotte puntano sulla telematica ma gli utenti temono per la privacy
ROMA - Dimmi dove vai e ti dirò chi sei. La telematica si fa strada nel mondo delle flotte aziendali. Una garanzia per la sicurezza, una semplificazione per chi deve...

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ROMA - Dimmi dove vai e ti dirò chi sei. La telematica si fa strada nel mondo delle flotte aziendali. Una garanzia per la sicurezza, una semplificazione per chi deve gestire il parco circolante. Una sintesi di quanto emerso dalla ricerca realizzata da Top Thousand, un Osservatorio permanente sulla mobilità aziendale. Il campione esaminato era formato da ben 60 aziende, provenienti da differenti settori merceologici. Il dato rilevato mostra come questa tipologia di dispositivi sia sempre più presente all’interno del sistema flotte, anche se la rapidità di diffusione non si presenta così celere. Questo perché ci sono alcuni punti poco chiari che non sempre soddisfano chi poi il veicolo lo deve guidare. Il rifermento è circa la privacy dell’individuo, che teme di essere inseguito istante per istante dalla propria azienda. La realtà dei fatti è però rappresentata in modo diverso, in virtù di una tecnologia sempre più evoluta, in grado sia di esaudire le necessità dell’azienda che quelle dell’utente finale.


La definizione “telematica a bordo” sottintende la presenza della scatola nera. Un dispositivo che raccoglie una serie di dati, che vanno più semplicemente dalla localizzazione del mezzo via Gps, sino ai consumi della vettura. Uno spettro di informazioni utilissimo a chi poi si trova a dover gestire la flotta. Un sistema che nella maggior parte dei casi può essere fornito direttamente dalla società che fornisce la soluzione del noleggio a lungo termine, in altri viene sviluppata internamente dall’azienda che ha in dote la flotta, mentre la terza via è quella di impiegare un provider di servizi telematici. Un crocevia di “rimedi”, meglio raccontato dai numeri protagonisti della ricerca messa in campo da Top Thousand.

Il numero totale di veicoli che si rifà alle 60 aziende di cui sopra, supera le 53.000 unità. Di questo insieme, l’84% (circa 44.500 veicoli), sono gestiti con la formula del noleggio a lungo termine. Tra coloro che fanno la scelta della scatola nera, è il 41% ad affidarsi alla società di noleggio, quando solo il 3% lo realizza ad hoc, e la fetta restante è condivisa (e divisa) tra i provider di servizi telematici. Quel che è certo, è che di qui a breve la scatola nera diverrà sempre di più uno standard. Non si tratta solo di amministrare in modo più efficiente una flotta aziendale, perché ne deriva un risparmio economico su più fronti. Anche in questo caso sono i numeri a confermare quanto detto, facendo luce su di un aspetto delle flotte spesso poco considerato.

Basta leggere gli ultimi dati forniti da Aniasa per scoprire che furti e sinistri causino al solo settore del noleggio a lungo termine perdite, rispettivamente, di 46,6 milioni di euro e 285 milioni di euro. Un costo che la presenza di una scatola nera a bordo vettura può contribuire a ridurre. Perché in qualche modo influenza chi guida ad essere più responsabile al volante. Una responsabilità che può avere effetto positivo anche sui consumi, riducendo così pure la voce dei costi di gestione e di manutenzione dei mezzi.


L’impasse che ruota invece attorno alla privacy non è ancora stato risolto del tutto. E difficilmente si troverà una soluzione a breve. Oggi le scatole nere non trasmettono di continuo dati all’azienda, ma solo al provider dei servizi in determinate situazioni come in caso di incidente o di emergenza.
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Il Gazzettino