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MILANO - Fiat e le auto elettriche non sono certo storia recente. Basti pensare alla mitica Panda Elettra, vettura che in qualche modo ha aperto la strada allo studio di settore. Le batterie agli ioni di litio, sebbene fossero già state inventante, non erano impiegate in ambiente automobilistico. Pertanto la vettura di casa Fiat era dotata di accumulatori al piombo. Venne istallato un propulsore elettrico a corrente continua con eccitazione in serie da 9,2 kW di potenza. Mentre il frazionamento dell'accumulatore era composto da 12 batterie, di cui due collocate nel vano motore, mentre le altre dieci installate all'interno di un robusto contenitore d’acciaio che occupava la base del baule.
Inoltre, rispetto alla Panda a benzina, la Elettra si distingueva per il circuito frenante rinforzato, la differente taratura delle sospensioni e i pneumatici maggiorati.
E che oggi si confronta con la sostenibilità, non solo per quanto concerne la gamma prodotti, ma pure quella aziendale. Per questo gli impianti FCA seguono degli standard tali da favorire il risparmio energetico. Come quello di Mirafiori, il più grande polo industriale del Gruppo. Che si distingue tra gli altri per il progetto pilota Vehicle-to-Grid (V2G) e il centro di assemblaggio Battery Hub. Il primo consentirà di interconnettere fino a 700 veicoli elettrici, fornendo una risorsa preziosa al bilanciamento del sistema elettrico. Pertanto l'energia non sarà trasferita solo verso la batteria delle vetture ma anche in “direzione opposta” in caso di necessità. Il secondo invece rappresenta un'eccellenza tutta italiana, trattandosi di un dipartimento che prevede l’assemblaggio di batterie con l’uso di tecnologie all’avanguardia. Presso il polo di Mirafiori è presente pure una superficie di 150 mila metri quadrati dotata di pannelli fotovoltaici in grado di produrre 15 MW di elettricità e contribuendo così alla riduzione delle emissioni per oltre 5 mila tonnellate di CO2.
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Il Gazzettino