Ferrari, bisogna mettere un freno alla rivalità Vettel-Leclerc

Ferrari, bisogna mettere un freno alla rivalità Vettel-Leclerc
Cosa passa per la testa di Vettel? Perché un pilota che sembrava rinato negli ultimi due mesi, da quando finalmente la SF90 modificata assecondava la sua guida, si lascia...

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Cosa passa per la testa di Vettel? Perché un pilota che sembrava rinato negli ultimi due mesi, da quando finalmente la SF90 modificata assecondava la sua guida, si lascia travolgere così dall’orgoglio? Al punto da innescare una frittata che ha portato al ritiro delle due Ferrari? I commissari Fia hanno stabilito che la responsabilità della collisione al GP Brasile fra Vettel e Leclerc è di entrambi i piloti. «Incidente di gara», quindi niente sanzioni. Però stavolta questa spiegazione non basta. Va analizzato il contesto in cui è capitato e soprattutto cosa passa per la testa dei due piloti. È stato un incidente frutto dell’eccessivo orgoglio. Il compagno di squadra, insegnano i puristi delle corse, è il primo rivale in assoluto. Perché se ti batte a pari macchina non ci sono scuse che tengano. Nel caso di Vettel e Leclerc la rivalità dura da inizio anno. Da quando il monegasco aveva fatto capire che non era lì soltanto per imparare da Vettel ma per bruciare le tappe e vincere. Mettendo subito in discussione le gerarchie interne. L’ex campione del mondo Nico Rosberg l’aveva detto a inizio anno: tra quei due finirà come fra Alonso e Hamilton alla McLaren. O come fra Senna e Prost tanti anni prima. Che nei loro duelli all’ultimo sangue hanno compromesso tante vittorie. Per questo stavolta a Interlagos c’era in ballo tra i due qualcosa di più del 4°posto in gara. C’è in ballo la supremazia nella classifica di campionato. Vettel è staccato di 19 punti da Leclerc e chiudere la stagione dietro al suo giovane debuttante compagno sarebbe un’onta. Leclerc a sua volta vede ogni sfida con Vettel come un duello per la vita. Perciò in quel 66° giro del GP Brasile nessuno dei due ci stava a cedere strada all’avversario. Vettel era tormentato dall’aver perso il 2° posto quasi sicuro per via della safety car. A Leclerc invece non pareva vero di suggellare la sua rimonta fantastica dopo essere partito dalla settima fila superando pure Vettel. Perciò tutti e due hanno voluto strafare. Seb ha sbagliato chiudendo in anticipo la traiettoria quando non aveva ancora completato il sorpasso; Leclerc perché invece di desistere avendo ormai subito il sorpasso, non si è spostato.

PASSAGGIO DI CONSEGNE

In Ferrari è in corso un delicato passaggio di ruoli fra il campione, Vettel, che vede incrinata la propria supremazia in squadra dall’esplosione del suo giovane compagno. Da lì sono cominciati i piccoli attriti fra i due. Binotto ha faticato a tenere a freno l’orgoglio di entrambi facendo valere le ragioni di squadra. Ma il suo commento finale a Interlagos: «Stavolta non era proprio necessario...», suona un po’ come l’ammissione di una sconfitta. Anche il team principal Ferrari non riesce più a controllare l’esuberanza eccessiva dei suoi due piloti. Non è una novità per la F1: trent’anni fa il capo della McLaren dell’epoca, Ron Dennis, subì la rivalità esplosiva di Senna e Prost che portò alla più grande polemica della storia della F1 e all’implosione del team. Binotto non deve ripetere quell’errore e cercare di mettere l’interesse Ferrari al di sopra di quelli personali dei due piloti. Ad ogni costo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino