Ferrari 296 GTB, il Cavalino galoppa verso la mobilità sostenibile. Torna il 6 cilindri, ora è ibrido plug-in

La nuova Ferrari 296 GTB
MARANELLO – Una due posti ibrida ricaricabile per “volare” e sognare in modo sostenibile: la 296 Gtb è le nuova berlinetta Ferrari a motore...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MARANELLO – Una due posti ibrida ricaricabile per “volare” e sognare in modo sostenibile: la 296 Gtb è le nuova berlinetta Ferrari a motore centrale-posteriore. Si tratta di un sei cilindri sovralimentato abbinato a un'unità a zero emissioni per un totale di 830 cavalli: quelli termici sono 663, quelli elettrici 167. La coppia massima raggiunge i 740 Nm di coppia. Con questo modello il Cavallino Rampante punta a ridefinire «l’idea di divertimento al volante per garantire emozioni pure non solo quando si è alla ricerca delle massime prestazioni, ma anche nella guida di tutti i giorni».

A Maranello parlano di una «vera rivoluzione» perché Ferrari non aveva mai montato prima un sei cilindri su una vettura stradale e nemmeno un sistema plug-in a trazione posteriore, tra l'altro derivato dalla classe regina del motorsport, la Formula 1. Con questa opzione, il blasonato costruttore italiano entra nell'era ibrida alla spina, anche se la Gran Turismo Berlinetta (Gtb, appunto) tiene in vita la ultradecennale tradizione dei V6 (il primo equipaggiava la monoposto Dino 156 F2 del 1957). Nel 1961 Ferrari montò l'unità a 6 cilindri in posizione centrale-posteriore sulla 246 SP, conquistando la prestigiosa Targa Florio. Dal 2014, le stesse “rosse” di Formula 1 adottano l’architettura ibrida V6 turbo.

Gli appassionati del marchio saranno certamente più interessati all'accelerazione (2,9'' per schizzare da 0 a 100 km/h) o alla velocità di punta (fino a 330 orari), ma la scheda tecnica della Ferrari alla spina riporta anche 25 chilometri di autonomia a zero emissioni (ideali per un'escursione nelle zone a traffico limitato per lasciarsi ammirare al volante) e 135 all'ora di andatura massima in modalità elettrica. La batteria ad alto voltaggio ha una capacità di 7,45 kWh con moduli che contengono 80 celle connesse in serie.
 

 

La compatta del Cavallino Rampante misura 4,565 metri di lunghezza, 1,958 di larghezza e appena 1,187 di altezza. Il passo, un parametro che non interessa troppo ai ferraristi, meno che mai a chi opta per una due posti, arriva a 260 centimetri. Il peso non raggiunge il quintale e mezzo. Il motore, la grande novità del modello, è stato sviluppato da zero proprio per la 296 Gtb. I cilindri sono disposti secondo un angolo di 120°, mentre i turbocompressori sono alloggiati all’interno della “V”. Per effetto di queste soluzioni tecniche, con l'inedita berlinetta la casa di Maranello stabilisce un nuovo primato in termini di potenza specifica (221 cv/l) per una vettura di serie. La trasmissione del motore elettrificato a benzina è la Dct a doppia frizione a otto marce già vista sulle SF90 Stradale e Spider, Roma e Portofino M. Dalla SF90 Stradale, gli ingeneri della Ferrari hanno mutuato anche l’iniettore e le candele centrali con iniezione a 350 bar che ottimizzano la miscelazione in camera e migliorano prestazioni e livelli di emissioni. 

Oltre che con il sistema plug-in, la Berlinetta “dialoga” con il mondo esterno attraverso un rombo “innovativo”. Ferrari lo anticipa capace di abbinare «due caratteristiche solitamente in contrasto come l'intensità del turbo e l'armonia delle note in alta frequenza del V12 aspirato». La timbrica del sound interno presenta fin dai bassi regimi gli ordini motore ‘puri’ del V12 che regalano acuti in alta frequenza. A ciò si aggiunge un contributo delle bocche di aspirazione agli alti regimi che aggiunge profondità a un’intensità già molto progressiva.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino