ROMA - Non solo i regolamenti tecnici, ma anche il format dei weekend sono finiti nel mirino della rivoluzione 2021 allo studio in Formula 1. Più precisamente, la giornata...
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Sarebbe una misura meno radicale di quelle di cui si è discusso in passato, come l'abolizione in toto delle attività in pista al venerdì. Dall'agenda verrebbe comunque eliminato il giovedì, oggi incentrato sulla conferenza stampa dei piloti. Gli incontri con i media sl terrebbero al venerdì mattina come le verifiche tecniche. Dopo le quali scatterebbe subito il regime di parco chiuso, al momento fissato dopo il terzo turno libero del sabato mattina.
L’anticipo del parco chiuso servirebbe a contenere le spese impedendo che le scuderie più ricche possano inviare nuovi pezzi sui circuiti all'ultimo momento, come a volte accade. Per fortuna, non ci sarà un divieto assoluto per la definizione degli assetti delle vetture: semplicemente, le regolazioni potranno essere effettuate sulle componenti omologate alle verifiche. In caso di incidente o di problemi tecnici, invece, potranno essere montate parti identiche a quelle approvate dai commissari. In FP1 e FP2 le scuderie potrebbero testare le novità introdotte, ma al sabato dovranno tornare alla configurazione base.
A Montreal si è parlato di queste possibili nuove soluzioni e Toto Wolff, team principal Mercedes, non si è detto certo favorevole: «Non conosco nessun campionato in cui durante un weekend siano vietati i cambiamenti alle macchine. E non credo che si debba iniziare dalla F1, la categoria di vertice del motorsport. Questo potrebbe portare a tante penalità se le auto fossero da ricostruire dopo un incidente. Si vuole rendere la competizione più imprevedibile, ma andremmo a spendere di più in simulazioni e renderemmo tutto più statico, non potendo intervenire sulle vetture per tre giorni».
Comprimere il programma degli appuntamenti sarebbe un passo verso un ulteriore allargamento del calendario, che oggi comprende già 21 trasferte. Ma Wolff ha avvertito: «Non credo che sia possibile andare molto oltre, a meno di non introdurre una squadra parallela. Abbiamo già iniziato a fare delle rotazioni sul personale, ma non è così facile». Scettico anche Franz Tost, responsabile Toro Rosso: «Non credo che tutto questo faccia una grossa differenza. Ciò a cui serve guardare è migliorare lo spettacolo, ridurre i costi, distribuire i guadagni in maniera equa. Il parco chiuso è assolutamente secondario».
Il Gazzettino