Ducati Multistrada 1260, la Rossa si riprende la Pikes Peak dopo un anno di assenza

Carlin Dunne festeggia la vittoria alla Pikes Peak 2018 ottenuta in sella alla nuova Ducati Multistrada 1260
COLORADO SPRING - E sono sette. Tante infatti sono le vittorie della Ducati alla Pikes Peak Hill Climb che quest’anno ha occupato due gradini del podio: uno con Carlin Dunne...

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COLORADO SPRING - E sono sette. Tante infatti sono le vittorie della Ducati alla Pikes Peak Hill Climb che quest’anno ha occupato due gradini del podio: uno con Carlin Dunne e l’altro con Codie Vasholtz, rispettivamente primo e terzo nella categoria delle moto, tutti e due in sella alla nuova Ducati Multistrada 1260 del team Spider Grips Ducati Pikes Peak. Dunne ha fatto fermare i cronometri a 9’59”102 mentre il suo compagno di squadra 10’12”703 di fronte al pubblico amico visto che Vasholtz è nativo proprio dello stato del Colorado dove si svolge la famosa cronoscalata ed è membro di una famiglia di piloti che ha disputato a più riprese la famosa corsa.

 

La quarta volte di Dunne. Dunne, anche lui figlio d’arte, conquista invece la sua quarta vittoria a Colorado Springs, la prima ottenuta nel 2008 sempre con una Ducati. Il suo tempo è di un pelo sotto i 10 minuti, dunque tra i migliori di sempre, ma lascia intatto il record stabilito lo scorso anno da Chris Fillmore e la sua KTM Super Duke 1290 R (9’49”625) strappandolo proprio a Donne e alla Ducati (che nel 2017 non ha partecipato) che lo avevano detenuto dal 2012 al 2016. Dunne si è detto comunque molto contento del risultato elogiando la moto «La Multistrada 1260 Pikes Peak si è rivelata straordinaria – ha dichiarato il vincitore - proprio come tutti noi ci aspettavamo. La moto era perfetta, tutto ha funzionato nel modo migliore, garantendomi tutto quello di cui avevo bisogno per raggiungere la vetta della montagna più velocemente di tutti».

Il V2 Desmo più evoluto. La 1260 è l’ultima evoluzione della Ducati Multistrada e il numero si riferisce alla cilindrata del suo motore bicilindrico Euro 4 con distribuzione Desmodromica “testastretta” DVT (Demodromic Valve Timing) ovvero con comando di richiamo della valvola attraverso una camma (e con la molla, come al solito), con angolo ridotto tra le valvole così da ricavare una camera di scoppio dalla forma raccolta e fasatura variabile. Il V2 eroga 158 cv a 9.500 giri/min e una coppia di 129,5 Nm a 7.500 giri/min, ma disponibile all’85% già a 3.500 giri/min, un aumento della curva del 18% a 5.500 giri/min e il valore più alto della categoria a 4.000 giri/min. L’acceleratore è drive-by-wire, il cambio sequenziale a 6 rapporti è automatizzato e il silenziotore è in fibra di carbonio.
 


Ciclistica al top. In materiale composito sono anche il parabrezza, il parafango anteriore e le paratie anteriori laterali. La ciclistica vede l’adozione di un avantreno rivisto, di un forcellone più lungo e di cerchi in alluminio forgiato più leggere di 3 kg rispetto ad una Multistrada 1260 S. La forcella e l’ammortizzatore sono della Ohlins e completamente regolabili mentre i freni, anteriori da 330 mm di diametro con pinze radiali a 4 pistoncini, sono controllati da sistema Bosch inerziale che misura gli angoli di rollio e beccheggio lungo 3 assi per guidare l’ABS Cornering, il controllo dinamico del fascio luminoso a Led, l’impennata, la trazione e anche l’assistenza per la partenza in salita e il cruise control. Diversa anche la strumentazione di bordo provvista di Bluetooth e di sistema di gestione dei dispositivi esterni attraverso comandi sul manubrio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino