Chrysler emette bond ed estingue debito Veba: ora Marchionne è libero di agire

Sergio Marchionne ad di Fiat e presidente Chrysler
DETROIT - Chrysler Group ha annunciato il regolamento di operazioni di finanziamento per complessivi 5 miliardi di dollari che il gruppo ha utilizzato per rimborsare...

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DETROIT - Chrysler Group ha annunciato il regolamento di operazioni di finanziamento per complessivi 5 miliardi di dollari che il gruppo ha utilizzato per rimborsare anticipatamente la somma, inclusiva degli interessi maturati e non pagati, dovuta a Veba Trust in forza dell'obbligazione senior non garantita emessa in suo favore il 10 giugno 2009 per un importo nominale originario pari a 4,587 miliardi di dollari.


Lo si legge in una nota di Fiat-Chrysler in cui si sottolinea che il risparmio di costi per interessi che il Gruppo Fiat si attende di realizzare a seguito delle operazioni di rifinanziamento è pari a circa 134 milioni all'anno, per il periodo dal 2014 al 2016. «Questa operazione porta a positivo compimento e prima del previsto il percorso che ha condotto i governi statunitense e canadese, lo Uaw e il Veba, insieme a Fiat, ad assumersi il compito di fare sì che Chrysler tornasse ad essere una azienda automobilistica vitale».

Così Sergio Marchionne, ceo di Fiat, nella nota che annuncia il rimborso integrale dell'obbligazione a favore di Veba. «Con l'integrale e anticipata restituzione dei finanziamenti governativi nel 2011 - prosegue Marchionne - l'acquisizione da parte di Fiat della partecipazione del Veba in Chrysler a gennaio di quest'anno e la totale monetizzazione dell'obbligazione verso il Veba circa nove anni prima della sua scadenza, Fiat e Chrysler hanno insieme soddisfatto tutti gli impegni finanziari che furono assunti per Chrysler nel 2009. Nessuno rimane in sospeso. Tutto ciò è semplicemente la testimonianza del duro lavoro delle persone di Chrysler negli ultimi cinque anni e pone le basi per una nuova fase di rafforzamento della nostra presenza a livello globale come parte di Fiat Chrysler Automobile» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino