Auto, tavolo al Mise: allo studio misure con 3 gruppi di lavoro. Confindustria-Anfia, incentivi colonnine in bonus

La riunione al Mise del settore Automotive
ROMA - Governo in campo per trovare una soluzione alla crisi del settore dell’automotive, schiacciato tra la caduta dei volumi produttivi e l’aumento della cassa...

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ROMA - Governo in campo per trovare una soluzione alla crisi del settore dell’automotive, schiacciato tra la caduta dei volumi produttivi e l’aumento della cassa integrazione. Il punto di partenza è stato l’avvio di un tavolo al Ministero dello sviluppo, che proseguirà nelle prossime settimane con specifici sottotavoli per individuare gli obiettivi e le necessarie risorse. Il tavolo, voluto dal ministro Patuanelli, ha riunito al Mise 45 partecipanti tra associazioni di categoria, aziende (tra cui Fca, Piaggio, Renault e anche Tesla) e sindacati e del mondo dell’università e ricerca. Riunione di oltre tre ore per fotografare la situazione di un settore che interessa circa 260 mila dipendenti, vede aumentare la cassa integrazione e registra segnali molto preoccupanti dalle aziende della componentistica a partire da quelle del diesel. Nell’ambito del tavolo sono stati istituiti tre gruppi di lavoro per approfondire i temi dell’offerta e della domanda di mobilità e delle infrastrutture.


Patuanelli ha sottolineato il ruolo fondamentale che rivestono gli investimenti in ricerca e sviluppo per il trasferimento tecnologico finalizzati alla produzione di nuovi mezzi di trasporto ecosostenibili, nonché quelli nella formazione continua di tecnici e lavoratori del settore. Tra le proposte arrivate da Confindustria e Anfia, come capofila di una serie di soggetti, quella di incentivare la diffusione della ricarica elettrica «privata» all’interno dei bonus per la ristrutturazione edilizia, l’efficienza energetica e l’adeguamento sismico degli edifici. Le associazioni d’impresa, hanno anche criticato l’attuale sistema ‘bonus malus’ (la cosiddetta eco-tassa), lamentando che, «oltre ad avere effetti distorsivi sul mercato, rischia anche di non avere gli effetti ambientali attesi».


La situazione preoccupa in particolare i sindacati. «Abbiamo chiesto la costituzione di una task force per la predisposizione di un piano per la trasformazione dell’industria dell’automotive che si ponga l’obiettivo dell’occupazione, dell’ambientalizzazione delle fabbriche e della mobilità sicura ed ecologica», afferma la segretaria generale della Fiom Francesca Re David. «Se il Governo vuole aiutare il settore dell’auto italiano ed il suo indotto deve togliere la eco tassa della Legge di stabilità del 2019 altrimenti fa un piacere ai marchi stranieri», chiede il Segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini. «Dobbiamo dedicare una particolare attenzione - spiegano Uil e Uilm - ai problemi legati alla transizione dalla propulsione tradizionale a quella elettrica, poiché se non accompagneremo il processo di riconversione industriale avremo un impatto occupazionale molto pesante». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino