Auto e moto sì, barche e fuoribordo no: il Governo rimedia all’errore, via libera ai negozi di nautica

Un negozio di nautica
ROMA - La fine del lockdown e l’avvio della Fase 2 ha provocato, com’è noto, discriminazioni tra diverse categorie di operatori. Non sono mancate proteste...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - La fine del lockdown e l’avvio della Fase 2 ha provocato, com’è noto, discriminazioni tra diverse categorie di operatori. Non sono mancate proteste più o meno chiassose e flash mob in piazza; ma c’è stato anche chi ha battuto piste diverse, improntate alla persuasione e al dialogo, ancorché supportati da dati oggettivi.


E’ quanto avvenuto per le reti di vendita del settore nautico, in particolare per gli esercizi abilitati al commercio al dettaglio di natanti e accessori, per i quali si è resa necessaria un’opera di persuasione portata avanti da Confindustria Nautica nei confronti delle autorità di Governo. Nel decreto predisposto per l’avvio della Fase 2 del 4 maggio, infatti, era stata prevista la riapertura delle concessionarie e dei saloni destinati alla vendita di auto e moto, mentre erano rimaste escluse le attività regolamentate dal Codice 47.64.2, “commercio al dettaglio di natanti e accessori”.

Una dimenticanza penalizzante per i tanti esercizi dediti alla vendita di natanti, tender, motori, vele, canoe, moto d’acqua… insomma, di tutto ciò che fa parte della filiera commerciale, comprese le dotazioni di sicurezza e l’abbigliamento. Il timore era che la solita burocrazia rallentasse l’approdo a una soluzione rapida. Invece le tesi sostenute dalla rappresentanza confindustriale sono state rapidamente accolte. Alle autorità di Governo, in particolare del MISE, è stato presentato infatti un dossier in grado di dimostrare che si tratta di attività del tutto simili per modalità e spazi di vendita a quelle del settore auto e moto: cambia solo la tipologia del bene. Una volta uniformate le regole di comportamento per l’accesso in sede e il distanziamento sociale, non c’era dunque motivo per impedire la ripresa delle attività commerciali.


Incassata la correzione, il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha tenuto a ringraziare in particolare il sottosegretario Todde “per la rapidissima risposta all’istanza avanzata”, e ha anticipato che “l’interlocuzione con il Governo proseguirà per regolamentare le attività del charter e del diportismo”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino