50 Primavere. Il mitico modello Piaggio festeggia mezzo secolo

Un'immagine storica della Vespa Primavera
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PONTEDERA - Se scrivi Vespino sulla tastiera dell’iPad il correttore automatico lo trasforma subito in vestito. E se insisti lo sottolinea con il rosso, non sa cos’è il Vespino. Sbaglia, ma non si allontana tanto dalla realtà perché per almeno due generazioni il Vespino è stato proprio il vestito da indossare, quello che ti serviva per contestare all’Università di mattina, per rimorchiare la sera, o anche per sfidare gli amici al semaforo dopo aver taroccato testata, carburatore e marmitta. Quanta nostalgia per quel Vespino indemoniato che ora, scrollato di dosso il cambio e la frizione, festeggia alla grande mezzo secolo di vita.

 

I primi 50 anni delle Vespa Primavera. Arrivò sul mercato alla fine del 1967 e fu subito battezzato il Vespino dei ricchi per contrapporlo al Vespone con cui andava in giro chi col motore sotto la scocca aveva un appuntamento settimanale per pulire la candela o solo per far spurgare il carburatore intriso di olio. La Primavera non si ferma, dicevano i concessionari. Va che è un piacere. E infatti era un piacere guidarla. Era veloce come le sorelle più grandi ma aveva dalla sua la maneggevolezza di un giocattolo e il fatto che in due si viaggiava avvinghiati. Allora non c’erano tante declinazioni, Vespino erano tutte le Vespe più piccine di dimensioni.
Ma la Primavera portò tra le piccole le quattro marce, quel numerino in più sul manubrio che faceva morire di invidia a chi aveva l’altro Vespino, quello che si “picchiava” con tocchetti alla frizione per tentare di avere un po’ di spinta in più. Ah quelle frizioni e quei cambi. Non esisteva una combinazione perfetta. Ogni Vespino aveva le sue peculiarità. Quando l’amico ti affidava il suo, ti presentava subito la lista delle raccomandazioni. Occhio, salta la marcia; la frizione slitta in salita; attento la frenata è lunga. Il Vespino lo conosceva bene solo il suo padrone. Anche la miscela veniva corretta ad hoc con un po’ di olio in più o in meno per non far balbettare il carburatore.

La Primavera anche da questo punto di vista si dimostrò subito più affidabile, i tecnici Piaggio rispetto alla Nuova 125, la classica Vespa, avevano lavorato molto proprio sulla carburazione. Le piccole dimensioni, la leggerezza, le prestazioni brillanti fecero subito della Primavera l’oggetto del desiderio di ragazzi e ragazze. L’agognato traguardo era il sedicesimo compleanno che si faceva coincidere con l’esame per il patentino. Il Vespino targato diventa un vero e proprio segno di distinzione. Sono gli anni in cui le vendite vanno che è un piacere. Piaggio si limita di tanto in tanto a inclinare o a cambiare il carattere di qualche fregio con la scritta Primavera.
Quel modello sostanzialmente invariato, va avanti per oltre 15 anni. Solo nel 1976, infatti, arriva la Primavera ET3, quella che porta in dote l’accensione elettronica e la marmitta allungata che già era apparsa sulla Vespa 90SS. Ma la differenza non la faranno questi accorgimenti tecnici. Quella vera, quella sostanziale che balza subito agli occhi e si farà notare, è la chiave di contatto sul manubrio. Quel gesto di girare la chiave prima di avviare il motore diventa un must che fa la differenza perché introduce anche tanta sportività.

Il successo d Primavera continua ininterrotto grazie alla capacità di Piaggio di reinterpretare costantemente quello che i giovani chiedono. Non è un caso, infatti, che proprio per questo modello anche la scelta dei colori sia stata influenzata in maniera determinante dalle tinte della moda Primavera/Estate. A guardare i Vespini che hanno fatto la storia, esposti nel museo di Pontedera, è ci sono tutti fino all’ultimo, è netta la sensazione che le variazioni delle tonalità cromatiche accompagnano il susseguirsi delle stagioni calde.


Quest’anno, ad esempio, che per festeggiare i 50 anni, la nuova Primavera si presenta con tre nuove colorazioni per Primavera S: rosso profondo, beige sahara e blu armonia. Due nuove colorazioni specifiche per la versione speciale Primavera 50° Anniversario: light blue e brown. Poi c’è il nuovo grigio pastello per Sprint S, che si aggiunge al giallo gelosia (opaco) e al grigio titanio (opaco) già indossati. Motori Iget di nuovissima generazione, tutti risparmiosi e ecologici con cilindrate da 50, 125 e 150 centimetri cubici declinati in più modello. Basti pensare che solo per il 2018 sono stati presentati ben 9 modelli: Primavera, Primavera S, Primavera 50° Anniversario, Sprint, Sprint S, e le serie speciali Primavera e Gts “Yacht Club”, Sprint e GTS Super Notte.
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Il Gazzettino