Un mare di storia nei musei degli abissi, la soprintendente Barbara Davidde: «Italia ricchissima di tesori»

foto Pasquale Vassallo
La nostra Italia è ricca di itinerari archeologici sommersi, ville e porti romani, relitti di navi inabissatesi millenni fa. Ascolta: Micaela Ramazzotti (e le sue...

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La nostra Italia è ricca di itinerari archeologici sommersi, ville e porti romani, relitti di navi inabissatesi millenni fa.

Tutte mete per appassionati subacquei». Lo racconta con l’emozione nella voce, Barbara Davidde, romana, classe ‘65, soprintendente al patrimonio subacqueo del Ministero della Cultura, una carriera eccezionale in muta, bombole e pinne, tra l’Istituto centrale del Restauro e l’Unesco. Se non si immerge, studia reperti, cura progetti internazionali, sperimenta rover acquatici e software per valorizzare i siti con il digitale. Con l’estate, ama consigliare luoghi speciali dove godersi un patrimonio unico in una modalità insolita: «Le ville marittime di Baia, gioiello dell’area marina dei Campi Flegrei, una sorta di Atlantide del Mediterraneo. Ma abbiamo anche il porto romano di Egnazia in Puglia, moltissimi itinerari subacquei in Sicilia, in Liguria è possibile visitare la statua bronzea di Guido Galletti, il Cristo degli Abissi nella Baia di S. Fruttuoso. Nell’Area marina protetta di Capo Rizzuto a Crotone è possibili visitare interessanti relitti di navi lapidarie ma anche relitti più moderni». Non dimentica la prima immersione da cui è partita idealmente la sua carriera: «Nell’Oceano Indiano, quando insieme a Roberto Petriaggi, abbiamo diretto la prima missione archeologica subacquea in Yemen a largo del sito di Qanà. Non posso scordare il giorno che vidi sul fondale la prima ancora in pietra che ci permise di individuare l’area dell’antico ancoraggio».

 

L’immersione che ancora non ha affrontato ma che sogna? «Sul relitto di Peristera datato al V secolo a.C. presso l’Isola di Alonissos in Grecia. Con il progetto Bluemed ho lavorato molto con i partner per aprire, per la prima volta in Grecia, degli itinerari di archeologici subacquei. E questo è il mio prossimo obiettivo». E nell’immediato presente, Davidde si divide tra le rotte del Mar Tirreno e Adriatico. In questi giorni con la sua équipe è impegnata in varie località italiane con il “Progetto Amphitrite: Archeologia Subacquea per tutti nei Parchi Marini digitali”. «Le Aree Marine prescelte sono quelle di Portofino in Liguria, di Baia in Campania, di Capo Rizzuto in Calabria, di Capo Testa in Sardegna e delle Isole Tremiti in Puglia. Scopo del progetto è quello di effettuare interventi per monitorare, proteggere e valorizzare in modo che siano accessibili per tutti (anche per i disabili), mediante le nuove tecnologie». E non mancano le novità di questi giorni: «A Baia, a conclusione della prima campagna di ricerche del progetto Amphitrite, nella cosiddetta Villa con ingresso a protiro abbiamo rinvenuto una fontana ornamentale che decorava l’atrio». Ancora, alle isole Tremiti ha da poco concluso con la sua squadra alcuni sopralluoghi sui siti archeologici sommersi che conservano quattro straordinari relitti antichi. Ed ora eccola in Sardegna, nell’area marina di Capo Testa Punta Falcone: «Stiamo per iniziare le prospezioni subacquee e la schedatura archeologica di selezionati siti subacquei, in particolare sul relitto di Capo Testa con carico di metalli e nelle aree estrattive, le cave di età romana, di Capo Testa, dell’isola di Municca e di quella meridionale di La Marmorata. Un portale dedicato permetterà anche a chi non si immerge di conoscere i risultati delle ricerche e di approfondire la storia di questi siti». Con l’Unesco, infine, eccola al lavoro alla Missione internazionale per lo studio del patrimonio culturale subacqueo del Banco Skerki nel Canale di Sicilia che partirà a settembre prossimo: «Luogo di memoria del Mediterraneo dall’età romana fino ai nostri giorni».

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Il Gazzettino