Neutralizzare i terroristi come Amri, c'è ancora molta strada da fare

Neutralizzare i terroristi come Amri, c'è ancora molta strada da fare
Caro Gazzettino, il politicamente corretto, costituisce ovviamente la forma più radicale di lavaggio del cervello che i governati da alcuni lustri, abbiano mai imposto ai...

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Caro Gazzettino,
il politicamente corretto, costituisce ovviamente la forma più radicale di lavaggio del cervello che i governati da alcuni lustri, abbiano mai imposto ai governati. Ora, associato allo strumento in voga del social la immoralità è completa. Quest'ultima arma stabilisce inoltre, chi è onesto e chi non lo è, chi è cattivo o buono, Trump docet. Sull'ultimo crimine efferato a Berlino, siffatto delitto viene definito vicenda dal Tg7, non strage, non si ha il coraggio di definirla con il suo nome, cioè attentato, come in effetti è, fuori da ogni ragionevole dubbio. Siamo ormai ai limiti della tollerabilità di atteggiamenti, che non trovano nessuna giustificazione, dove la sensibilità e l'intelligenza delle persone viene continuamente manipolata, con un doppio pesismo immorale ben costruito. A tale proposito, gli islamisti che uccidono e terrorizzano, con crimini contro l'umanità in nome di Allah, credo che di questo passo, e restando sul politicamente corretto saranno con prudenza pavida segnalati dai media come diversamente cristiani. A rischio della mia incolumità, auguro un buon Santo Natale a tutti.


Giancarlo Parissenti
Mestre


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Caro lettore,
io credo che chiamare le cose con il loro nome non sia solo doveroso, ma aiuti a capire meglio i fenomeni e a combatterli. Ce lo insegna anche la lotta al terrorismo politico in Italia negli anni 70. Gli autori degli attentati di Berlino, di Parigi, di Nizza sono a tutti gli effetti terroristi islamici. Seminano morte in nome di Allah. Dirlo non significa ovviamente affermare che tutti i musulmani sono terroristi o loro simpatizzanti, ma comprendere qual è il brodo di coltura e l'ambiente culturale e religioso in cui questi terroristi si formano e agiscono.


Certo è che se poi si consente a un soggetto come Anis Amri, l'attentatore di Berlino ucciso ieri dalla nostra (ottima) polizia, di girare e operare indisturbato in Europa per anni, nonostante un curriculum criminale da paura, allora il problema è un altro. Ed è assai più grave. Perché prima ancora che decidere come chiamarli questi terroristi, dobbiamo trovare il modo di scoprirli, controllarli e neutralizzarli. Evitando che possano aggirarsi nelle nostre città come invisibili bombe pronte a esplodere. Da questo punto di vista, a livello europeo, c'è ancora molta strada da fare. L'incredibile vicenda di Amri è lì a dimostrarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino