Il "mercato" dei senatori: il problema non è la Costituzione, ma la (scarsa) qualità di tanti parlamentari. Pronti a tutto

Il "mercato" dei senatori: il problema non è la Costituzione, ma la (scarsa) qualità di tanti parlamentari. Pronti a tutto
Egregio Direttore, dopo aver assistito, alla squallida corsa al senatore mi sono posto delle domande. L'articolo 55 della...

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Egregio Direttore,

dopo aver assistito, alla squallida corsa al senatore mi sono posto delle domande. L'articolo 55 della Costituzione statuisce che il Parlamento italiano si compone di due organi: la Camera dei deputati (630) ed il Senato della Repubblica (315), eletti dai cittadini. Allora partiamo dal fatto che i parlamentari sono eletti attraverso le votazioni e, in base ai voti ottenuti, ogni partito ha diritto ad avere un numero di deputati e di senatori. Ecco la mia perplessità: se io come cittadino ho votato un partito e questo, per ipotesi, ha ottenuto 100 deputati e 50 senatori, perché un Senatore che cambia schieramento porta con se il proprio voto? La conclusione è che se, sempre per ipotesi, 10 Senatori cambiano schieramento il partito che io ho votato non avrà più 50 Senatori ma 40 invalidando il voto dei cittadini. Trovo molto scorretta, e forse anche incostituzionale, questa possibilità di cambiare partito in base alla convenienza. Non è corretto verso il partito che gli ha dato la fiducia né verso il cittadino.

Massimo Frattin Venezia

Caro lettore, l'articolo 67 della Costituzione italiana recita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Significa che deputati e senatori svolgono il loro incarico senza obbligo alcuno nei confronti di partiti, programmi e cittadini che li hanno eletti. È un principio liberale presente nella Costituzione di tanti Paesi, introdotto dopo la Rivoluzione francese e che ha la funzione di garantire ai parlamentari la totale libertà di coscienza e di azione, soprattutto di fronte a scelte etiche o a decisioni drammatiche come l'ingresso in guerra di un Paese. Purtroppo, soprattutto in Italia, questo nobile principio viene spesso piegato a interessi assai più prosaici e sfruttato per cambiare casacca secondo le proprie convenienze. Uno spettacolo, comunque lo si guardi, poco edificante. Più di una volta qualche partito o movimento ha proposto di modificare l'articolo 67 e di imporre ai parlamentari il cosiddetto vincolo di mandato. In prima fila in questa battaglia c'è stato, ad esempio, il Movimento 5 Stelle. Che ora, però, per impedire al governo di Conte di cadere, va a caccia a senatori e deputati pronti a cambiare casacca. Un tempo i grillini avrebbero etichettato questi parlamentari come volgari voltagabbana attaccati alla poltrona, oggi li nobilitano definendoli responsabili o costruttori. Ma la sostanza non cambia. E il problema è sempre lo stesso. Il nodo della questione non è tanto l'articolo 67 della Costituzione, ma la qualità dei nostri rappresentanti politici e il loro, spesso troppo scarso, senso di responsabilità. Purtroppo avendo riempito in Parlamento, come qualcuno ha detto, di buoni a nulla, ma capaci di tutto non possiamo sorprenderci di quello che sta accadendo.

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Il Gazzettino