Egregio Direttore,
dopo aver assistito, alla squallida corsa al senatore mi sono posto delle domande.
Massimo Frattin Venezia
Caro lettore, l'articolo 67 della Costituzione italiana recita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Significa che deputati e senatori svolgono il loro incarico senza obbligo alcuno nei confronti di partiti, programmi e cittadini che li hanno eletti. È un principio liberale presente nella Costituzione di tanti Paesi, introdotto dopo la Rivoluzione francese e che ha la funzione di garantire ai parlamentari la totale libertà di coscienza e di azione, soprattutto di fronte a scelte etiche o a decisioni drammatiche come l'ingresso in guerra di un Paese. Purtroppo, soprattutto in Italia, questo nobile principio viene spesso piegato a interessi assai più prosaici e sfruttato per cambiare casacca secondo le proprie convenienze. Uno spettacolo, comunque lo si guardi, poco edificante. Più di una volta qualche partito o movimento ha proposto di modificare l'articolo 67 e di imporre ai parlamentari il cosiddetto vincolo di mandato. In prima fila in questa battaglia c'è stato, ad esempio, il Movimento 5 Stelle. Che ora, però, per impedire al governo di Conte di cadere, va a caccia a senatori e deputati pronti a cambiare casacca. Un tempo i grillini avrebbero etichettato questi parlamentari come volgari voltagabbana attaccati alla poltrona, oggi li nobilitano definendoli responsabili o costruttori. Ma la sostanza non cambia. E il problema è sempre lo stesso. Il nodo della questione non è tanto l'articolo 67 della Costituzione, ma la qualità dei nostri rappresentanti politici e il loro, spesso troppo scarso, senso di responsabilità. Purtroppo avendo riempito in Parlamento, come qualcuno ha detto, di buoni a nulla, ma capaci di tutto non possiamo sorprenderci di quello che sta accadendo.